martedì 6 agosto 2013

Da Gastown agli States

Abbiamo dormito un bel po’… Ora decidiamo di andare a fare colazione in uno Starbucks li vicino più che altro per scroccare un po’ di connessione per contattare l’Italia. Avevo guardato il giorno precedente e non era molto distante. Ci arriviamo senza troppe difficoltà, ed in quel breve percorso ci accorgiamo già che la città non è più in festa, c’è molto più traffico, sebbene sia molto distante dalla nostra idea di traffico!
Contattata casa, Valeria tramite Skype ed io tramite email, raggiungiamo nuovamente la fermata della metropolitana leggera, tanto abbiamo il permesso di lasciare l’auto fino al pomeriggio nel parcheggio dell’hotel. Arrivati in città, stessa fermata del giorno prima, ci dirigiamo verso la parte “antica” della città, Gastown. Ci sembra molto diversa dalla città del giorno prima, anche se siamo a poche centinaia di metri. L’impressione è che sia fatta per i turisti. Attrazione del posto è l’orologio a vapore che ogni 15 minuti suona qualche nota attraverso gli sfiati di vapore. Una cazzata, magari, ma sanno come valorizzarla. Arriviamo a vedere la statua di Gassy, il fondatore della cittadina poi inglobata in Vancouver. Facciamo un po’ di shopping, e cerco di connettermi coi ragazzi di Vancouver, dovremmo cenare insieme, ma l’assenza di connessioni ci rendono il compito difficoltoso. Fortunatamente tra un Hot spot e l’altro riusciamo sentirci e la cena si trasforma in un pomeriggio a Central Park, non quello di NYC ma quello di Burnaby.
Decidiamo allora di pranzare in città e poi di proseguire all’incontro, avendo saltato la cena e bevuto solo un po’ di cioccolata sono un po’ affamato, ed allora proseguiamo verso uno dei due The Keg del centro. La mia fame è da lupi, ed il menù è un po’ diverso da quello dello scorso anno ma dopo 5/10 minuti siamo pronti ad ordinare. Una bella bistecca per entrambi e Valeria scopre la loro limonata, che non è limonata ma Sprite con succo di limone, che apprezza tanto!
Finito il pranzo decidiamo di andare a riprendere l’auto e facciamo un giro ad un WalMart, la guida ora è affidata a Valeria che si lamenta come al solito quando guida qualcosa di diverso, soprattutto in città! Ma alla fine si trova abbastanza alla guida della Jeep. Facciamo due passi e guardiamo un po’ di roba, è la nostra prima visita ad un WalMart da un anno, Io sto per prendermi un BBQ a gas che ti tirano veramente dietro, da noi costerebbe parecchio di più! Sono quasi le 15, ora di ritrovo con un po’ di italiani al Central Park. I primi che conosciamo sono una coppia (zio e nipote) sardi, un’avanscoperta per una probabile emigrazione/immigrazione e poi una famiglia parmigiana in vacanza per un mese nella calda città Canadese. Nel mentre arrivano anche Jle e Diego.
Ci addentriamo nel parco e vediamo un po’ di scoiattoli piuttosto intraprendenti. Si chiacchiera un po’ di tutto, ma più che altro i due ragazzi sono interessati da domande su emigrazione in Canada. Personalmente sono molto interessato, ma mi sforzo di parlare d’altro. Alla fine avranno una serie di persone che li contatta per queste cose e preferisco non stressarli troppo. Preferiamo chiedere cose sulla zona, su come si trovano loro li e ci viene chiesta qualche info sul nostro giro da li alla fine della nostra vacanza. Nel mentre siamo immersi nella natura e ci sono un po’ di scoiattoli, oche e corvi che ci girano intorno. C’è uno strano scoiattolo nero che ci gira intorno e si trascina in modo strano prima di riprendere a correre normalmente!
Finita la piacevole chiacchierata coi ragazzi dobbiamo ripartire verso gli States, dormiremo ad Everett stanotte, e la distanza è abbastanza, anche se a noi sembra più corta.
Perdiamo poco meno di un’ora ad attraversare il confine, la maggior parte del tempo la perdiamo all’interno della stazione di frontiera degli Stati Uniti per ottenere il visto turistico di tre mesi, l’agente che ci capita è molto simpatico. Mentre compiliamo i moduli ci fa parecchie domande sull’Italia, lui è ha lavorato con un cuoco italiano a Frisco. Si interessa del mio lavoro e guarda su internet dove voliamo. Alla fine ci rilascia il visto e ci manda a pagare i 6$ a testa, dandoci precise informazioni sul visto e su dove lasciarlo. Dopo di noi c’è un ciclista canadese che se la cava in pochi minuti, infatti ci passa davanti alla macchina ad uno stop mentre ci reimmettiamo nel traffico normale. L’agente ci ha anche raccomandato di fare attenzione ad Everett, seguiremo sicuramente il suo consiglio!
Riprendo la guida, ma le miglia da fare sono molte di più del previsto, sulla cartina sembravano vicine!
Arriviamo all’hotel che ha fatto buio, le procedure di registrazioni sono veloci ed il personale è molto cortese. Usciamo subito e mentre cerchiamo un posto dove mangiare qualcosa vediamo dei fuochi artificiali, provo a dirigermi verso di loro per vederli, ma finisco dietro lo stadio, dove si vedono comunque bene. Poco dopo decidiamo di andare a cercare un posto aperto, per spiluccare qualcosa prima di andare a letto, ma la ricerca non è semplice, sembra tutto chiuso. Vado in un locale indicato da Valeria (l’unico che non è un fast food). Per farvi capire com’era vi dico che nemmeno le patatine fritte erano buone…

Paghiamo ed andiamo all’hotel che è poco distante, a fatica parcheggio il mezzo, visti gli spazi ristretti e ce ne andiamo a riposare. Domani sarà una giornata super!
Guarda le foto.

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