domenica 15 settembre 2013

Note amare della vacanza!

Anche dopo questa vacanza vi diamo un’idea delle spese che abbiamo sostenuto.
  • Volo Aereo Milano Malpensa – Londra – Vancouver e Calgary – Londra – Milano Malpensa per 2 persone: 2.160€ (tramite Expedia) con British Airways e 2 bagagli a testa in stiva
  • Assicurazione medica per due persone dal 4 Agosto al 23 Agosto : 138€ (tramite Expedia – polizza Mondial)
  • Autonoleggio Vancouver International Airport categoria compatta (non economica) dal 4 Agosto al 9 Agosto con guidatore aggiuntivo e restituzione auto con serbatoio vuoto: 325 (tramite il broker eNoleggioauto+ 53€ (72CAD) come assicurazione casco
  • Autonoleggio Calgary International Airport categoria compatta (non economica) dal 21 Agosto al 922 Agosto con restituzione auto con serbatoio vuoto: 103 (tramite il broker eNoleggioauto+ 70€ (98CAD) come assicurazione casco
  • Costo totale degli hotel per la durata della vacanza: 298CAD + 296USD (450€) (tramite booking.com)
  • Costo per la benzina necessaria per entrambe le auto 10USD (7,50€)
  • Pasti vari fatti al di fuori del camper (non sono tutti, ma la maggioranza): 160USD + 70CAD (173€)

  • Noleggio Camper con WestCoast Mountains Camper dal 9 al 21 Agosto: 1.639€ (tramite il broker MotorHomeBookes)
  • Tassa di riconsegna Camper da Vancouver a Calgary, assicurazione completa e vari equipaggiamenti: 592CAD (435€)
  • Costo benzina (e butano) per camper: 771CAD (564€)
  • Costo campeggi con camper: 362CAD (267€)
  • Costo sforamento chilometri: 105CAD (76€)
  • Costo spese varie in supermercati: 317CAD (233€)

  • Metrò di Vancouver: 16USD (12€)
  • Abbotsford AirShow (ingresso per 2 persone, posti riservati a bordo pista, piazzola per una notte per camper): 105CAD (78€)
  • Visti per ingresso USA: 12USD (9€)
  • Ride the Ducks Seattle: 61USD (47€)
  • Future of flight (Boeing Tour): 36USD (28€)
  • Museum of Flight Seattle: 36USD (27€)
  • Accesso parchi nazionali canadesi per 5gg: 78CAD (58€)
  • Visita guidata Burgess Shale: 20CAD (15€)
  • Royal Tyrrell Museum (visita): 22CAD (16€)
  • Royal Tyrrell Museum (esperienza di scavo): 30CAD (22€)
  • Cinema Edmonton (Planes): 32CAD (23€)
  • Telefonata long distance: 3CAD (2€)
  • Parcheggio Calgary 4 ore: 9CAD (6€)

Tasso di cambio USD/EUR circa 1.31-1.33 USD = 1€
Tasso di cambio CAD/EUR circa 1.35/1.36 CAD = 1€
Costo totale circa: 7.040€ (3.520€ a testa) (escludendo pochi pasti, souvenir, varie, etc che non so ben quantificare)

giovedì 22 agosto 2013

Calgary, ultimo giorno

Ed eccoci all’ultima sveglia in questo meraviglioso paese, per questa meravigliosa vacanza.
Appena alzati la signora ci prepara la colazione, ci aveva chiesto cosa volevamo ieri prima di uscire ed entrambi avevamo optato per del the caldo ed un poco di frutta. Gentilissima come al solito ci porta il tutto, parliamo un po’ di viaggi. Non sembrava proprio una viaggiatrice, invece due volte all’anno si concede una vacanza, beata lei! Ci concede di lasciare le nostre valigie in casa, le verremo a ritirare entro le 18, così faremo la foto. Lei conserva le foto di tutti i suoi ospiti e ci assicura che non la pubblicherà su Facebook.
La nostra prima destinazione è lo Stampede, per un’amazzone come Valeria è un must. Peccato che non siamo nel periodo della manifestazione. Penso che sarebbe veramente interessante vedere dal vivo una manifestazione del genere! Il parco è deserto, non essendoci manifestazioni di alcun genere. Riusciamo a vedere poco, osserviamo però delle foto di com’era il SaddleDome (stadio di hockey). Vedere dove arrivava il fango e com’è tutto in ordine ora è da non credere! E pensare che l’alluvione l’hanno avuta dopo il 20 giugno mentre lo Stampede è iniziato il 14 Luglio, e per quella data avevano ripulito la zona. Incredibile!
Scopriamo poi il centro della città, e fatichiamo a trovare un parcheggio che ci consenta di tenere la macchina più di due ore. Notiamo che più sei in centro e meno tempo la puoi tenere, alla fine la lasciamo per 4 ore un po’ più distanti. Ci imbattiamo poi nel loro parchimetro, che ti chiede anche la targa della macchina e ti dice che non serve la ricevuta sul cruscotto. Mi vedo i nostri vigili coi potenti mezzi del comune che fanno la stessa cosa! Qui è normalità da noi è sulla soglia della fantascienza, anche un semplice parchimetro! Armati di guida visitiamo una delle vie principali della città, fino ad arrivare alla torre. Se una grossa città non ha la sua torre qui non sono contenti! Vicino alla torre vediamo anche una stupenda statua di cavallo costruita con attrezzi agricoli: ottimo riassunto delle cose che hanno reso importante la città, mancherebbe solo il petrolio, ma questo è piuttosto recente!
Facciamo un giro per vari negozi per gli ultimi souvenir, cartoline e francobolli. Io sono anche alla ricerca di un cappello da cowboy, lo cerco da un po’ di tempo e qui lo voglio comprare!
Ci concediamo una pausa per mangiare, due burger, e poi ci buttiamo sugli acquisti. Arriviamo di corsa alla macchina, reduci dell’esperienza in California non vogliamo farci mettere una multa per pochi minuti. Arriviamo con 5/10 minuti di ritardo ma la multa fortunatamente non c’è. Ora ci dirigiamo all’Heritage Park, su consiglio della signora del B&B, giusto per star tranquilli un po’. Ci sediamo un po’ ad osservare il lago, il tram storico ma non entriamo nel villaggio storico, non solo per il prezzo alto ma per il fatto che in poche decine di minuti chiuderà. A quanto pare questo parco è interessante da vedere in quanto hanno ricostruito il vecchio villaggio da cui si è originata la città e sono tutti vestiti come lo erano ai tempi. Noi ci concediamo una Coca e della frutta nel bar che è appena fuori dal parco. È oramai ora di andare a riprendere i nostri bagagli, viene un po’ di magone ma è ora di partire. Prima di andare però ci divertiamo a filmarci e fotografarci nel parcheggio mentre giriamo con la cabrio.
Salutiamo la signora, che ci chiede della nostra giornata. Altre due chiacchiere veloci, la foto che voleva farci e poi carichiamo tutto in macchina. Arrivati in aeroporto imbarchiamo velocemente il nostro bagaglio, sempre 4 valigie alla fine! Ci resta solo da aspettare che arrivi il nostro aereo per imbarcarci alla volta di Londra. Cosa che avviene con un po’ di ritardo. Alla fine i due voli scorrono senza problemi, io come al solito non dormo, Valeria un po’ dorme ed un po’ litiga col suo vicino. A me sembra di stare seduto sulla fila di due indemoniati che continuano a muoversi!
L’atterraggio a Malpensa avviene in orario, e già ci accorgiamo delle differenze: al controllo passaporti non mi chiedono nulla, il carrellino per i bagagli si paga 2€, ovunque è gratis, ed i finanzieri sono li pronti per dare multe a chi non ha la marca da bollo sul passaporto. Welcome Back!
Ormai è tardo pomeriggio del 23, siamo affamati. Mentre Valeria si fa una doccia io vado a prendere due pizze, tornato le divoriamo, mi faccio una doccia io ed alle 20.30 crolliamo entrambi fino al mattino seguente.
È stata veramente una bella vacanza, grazie Valeria di avermi sopportato tutti questi giorni!


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mercoledì 21 agosto 2013

Addio bestione!

Ed eccoci all’ultima sveglia sul camper, ed alla penultima in Canada, per questa vacanza, ovvio!
Abbiamo ancora da farci qualche chilometro prima di riportarlo, e dando un occhio ad internet non troveremo prezzi di benzina più bassi lungo la strada. Andiamo a fare check-out e nel contempo facciamo pieno di benzina e propano. Una spesuccia mica da ridere… Ci avviamo verso Calgary ed il navigatore è preciso come sempre, facciamo un rabbocco di 20$ prima di consegnare il mezzo ed arriviamo alla riconsegna. Ci accoglie una signora austriaca, che controlla tutto e trova che è tutto ok. Gli faccio l’elenco dei problemi che abbiamo avuto e se li annota per il tecnico. Ci mangiamo in fretta gli ultimi gelati avanzati, lasciamo a loro le cibarie che non vogliamo portare con noi e paghiamo l’eccesso di chilometri che abbiamo fatto.
Ci dicono che la navetta ha un po’ di ritardo, nessun problema per noi. Dopo un po’ ci dicono che ci vorrebbe troppo, visto che hanno una sovrapposizione di partenze ed arrivi, pertanto ci portano con uno dei loro mezzi, un mezzo van adattato a camper. Ha tutto tranne la doccia, purtroppo. Sarebbe stato il mezzo perfetto per noi! Nel viaggio ci porta una signora svizzera che vive qui da ormai cinque anni, che invidia! Parlando lungo la strada ci chiede delle bestie che abbiamo visto, e ci rimane un po’ male che non abbiamo visto quasi nulla. Ha detto che lei dice sempre ai clienti di cenare sul presto e poi andare a farsi un giro sul tardi dato che le bestie escono con la tranquillità. Ammette anche che quest’anno è un po’ sfigato, ed anche lei ha visto veramente pochi orsi da maggio, lo scorso anno in una botta sola di domenica pomeriggio ne ha visti 5 insieme. Quest’anno forse complice l’alluvione se ne vedono davvero pochi! Sarà un segno che ci dice che dobbiamo tornare!
Parliamo anche della città e delle temperature. La sera prima avevamo sentito parecchio il freddo a Vulcan, e capiamo il perché: c’è stata la prima gelata! Forse aveva ragione Valeria a dire che faceva freddo! Ci dice che nei mesi di dicembre e gennaio arriva anche a -35°C, ma si sentono meno dei -15°C che ci sono in Svizzera dato che qui è molto secco. Ci spiega che le basse temperature e la bassa umidità sono dovute al fatto che la città si trova su di un altopiano.
Raggiunto l’aeroporto ringraziamo e salutiamo la gentile signora. In pochi minuti siamo in coda al nostro autonoleggio, o meglio sono! Lascio Valeria in attesa con le valigie ed io vado a noleggiare. Il commesso mi propone una cabrio, ed io sono dubbioso sul fatto che contenga tutte le valigie, lui mi dice che ci stanno ma per farmi stare tranquillo mi manda nel parcheggio a vedere l’auto. Per me ci stanno, e quando torno ho però un piccolo inconveniente: la carta ha raggiunto il massimale dato che non mi hanno cancellato le trattenute cauzionali dell’autonoleggio di Vancouver e del primo hotel della vacanza. Poco male, prendo l’altra carta e facciamo la transazione della sola assicurazione , per 30$ non muoio e sono tranquillo che non ho alcuna franchigia.
Preso tutto vado a recuperare Valeria che gradisce il passaggio dal camper alla cabrio. Purtroppo non possiamo abbassare ora il tettuccio dato che nel baule ci sono le valigie. Partiamo e recuperiamo l’indirizzo di destinazione, leggendo bene il foglio della prenotazione la signora del B&B richiede di essere informata prima dell’arrivo, e che il check-in è nel pomeriggio. Per impratichirmi facciamo un giro ed andiamo a vedere dov’è il B&B, poi andiamo a fare un giro al museo dell’aviazione della città.
Il museo è caruccio, ci accodiamo ad un gruppo di persone portatrici di handicap che arrivano da Vulcan e paghiamo il nostro biglietto. Il museo non ha nulla a che vedere con quelli di Seattle, ma un giro ce lo facciamo volentieri, nel secondo padiglione scambiamo anche qualche parola con uno degli accompagnatori che si offre molto gentilmente di farci una foto davanti al DC3 versione canadese.
Finito di girare il museo decidiamo di chiamare la signora, tanto lasceremmo solo le valigie per poi visitare la città. Che problema c’è? Grossissimo, anche qui trovare un telefono pubblico sembra un’impresa epica, e dopo un’ora e mezza di pellegrinaggio ad muzzum lo troviamo e chiamiamo.
Arriviamo dalla signora che è davvero gentile, ci fa sentire come a casa nostra. Ci fa sedere, ci offre un the, ci parla della città, dell’alluvione, ci chiede di noi e di che giro abbiamo fatto e ci da consigli per la cena.
Dopo un’oretta passata in ottima compagnia usciamo e finalmente posso sfruttare la cabrio, perdiamo un decina di minuti a capire come funziona, dato che non abbiamo mai avuto un’auto del genere. La prima tappa è una lavanderia, ma anche qui ci sono problemi, l’indirizzo non esiste sul navigatore. Dopo aver girato per un po’ e scroccato la connessione ad uno Starbucks, finalmente la troviamo. Facciamo il nostro bucato poi ci rechiamo nella zona dove la signora ci ha consigliato di andare per la sera.
Arriviamo che è un po’ buio, ed un po’ tardi per loro: sono le 21! Riusciamo a cenare entro le 22, con dei piccoli problemi di cucina, non avevano più i fagioli che avevo ordinato ed arriva la manager a scusarsi personalmente ed ad offrirmi altro. No problem.
Finito il tutto ce ne andiamo al B&B, tanto altro da fare non c’è e vista poi la temperatura, Valeria mi costringe a rientrare. Dopo poco aver messo in moto la macchina vediamo vicino alla strada, in pieno centro abitato, un enorme coniglio o lepre che passeggia amabilmente vicino alla fermata di un bus. Arrivati dalla signora vediamo anche li una bestia simile mentre parcheggiamo. Siamo perplessi!


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martedì 20 agosto 2013

Vulcan

Siamo praticamente al nostro ultimo giorno sul camper. Da qui ci dirigeremo a Vulcan, piccola deviazione tra qui e Calgary, dove domani dovremo restituire il mezzo.
Prima di lasciare il campeggio andiamo a fare shopping allo store, e poi puliamo le taniche. Appena risaliti dalle Badlands, osserviamo questa bellezza dall’alto, da un apposita area di sosta. Sono veramente grandiose!
Il panorama è ormai monotono, questa zona dell’Alberta è tutta campi, pozzi petroliferi e bestie. Vediamo qualche campo dove effettuano la raccolta con mezzi davvero grossi, l’estensione qui è davvero inimmaginabile!
Arrivati a Vulcan, tappa che ho voluto io in quanto ai tempi ero molto fan di Star Trek TNG, troviamo un’area di servizio che ha anche delle piazzole. Sistemata la parte burocratica, allacciamo il camper e ce ne andiamo a visitare la cittadina. Mi viene un po’ da ridere: la città è davvero piccola, classico posto di contadini ma hanno saputo sfruttare il nome per renderla turistica!
Immediatamente troviamo il monumento dell’astronave, che non è l’Enterprise. Un po’ di foto ed andiamo all’ufficio turistico, si in un paese di meno di 2.000 anime (più che altro distribuite in campagna) hanno l’ufficio turistico! Li ci accolgono e ci vogliono fare da guida, ma gentilmente rifiutiamo. L’accento è strano pure qui e non capiremmo molto. Riusciamo a vedere vari cimeli delle varie serie di Star Trek e ci dicono che siamo sfortunati in quanto proprio oggi il museo (aperto da pochissimo) è chiuso per non ho capito cosa. Nel museo ci raccontano che hanno dei pezzi unici della serie originale, e che presto avranno anche altri oggetti dalle altre serie. Sono a dir poco orgogliosi di quel piccolo museo, e molto dispiaciuti del fatto che è chiuso quel giorno visto che arriviamo da un quadrante molto distante! Pazienza, ci ricapiteremo di sicuro da queste parti! Abbiamo ancora un po’ di bestie da vedere in questi parchi!
Fatto il giro per la cittadina, andiamo a vedere i prezzi dei tre distributori del paese, e sono identici! L’indomani dobbiamo riempire i serbatoi di benzina e butano!

Torniamo nel camper che ormai è quasi ora del tramonto, dobbiamo sistemare tutti i bagagli visto che domani mattina lasceremo il mezzo, e non avremo tempo di fare questo lavoro. Ci parte un poì ti tempo, e quando usciamo a sistemare i bagagli sentiamo un bel freschino, tant’è che Valeria mi costringe ad accendere per un po’ il riscaldamento, visto che dobbiamo farci la doccia!

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lunedì 19 agosto 2013

Dinosaur Provincial Park

Dopo la sveglia ed una buona colazione andiamo con calma al Visitor Center dove partiremo con la nostra gita col pullmino. Arriva la nostra guida, una ranger un po’ pazza ma molto simpatica. Ci guida in mezzo alla zona protetta col lungo mezzo, guidando peggio di Valeria! Le urla si sprecano durante i tragitti sul bus! C’è da baciare il terreno quando si scende!
Nella varie tappe che facciamo ci mostra come sono le Badlands, ci spiega come dovevano essere in passato, all’epoca delle prime scoperte di fossili. Vediamo vari punti di scavo, e dei reperti della zona. Ci fermiamo anche in un’area dove ci spiega come era vista la zona dai nativi, che consideravano le Badlands come luogo sacro dove i santoni venivano in eremitaggio per meditare. Ascoltiamo anche un’intervista fatta ad uno di loro.
Finito il giro ci dedichiamo alla visita del centro informazione che è stato allestito come una mostra che ci fa capire come venivano fatti gli scavi un secolo fa. Molto interessante devo dire!
Nel pomeriggio ci dedichiamo ad una passeggiata sulle montagnole che abbiamo a ridosso del camping, quelle da dove vedevamo le luci la sera precedente. Sono veramente semplici da scalare, ed il nostro obiettivo è quello di visitare alcuni siti in quell’area dove sono stati riscostruiti i siti di alcuni scavi e delle zone dove hanno effettuato lo scavo, testimoniate da delle targhe. Nel frattempo ci divertiamo a scalare le alture!

Dopo cena invece ce ne andiamo sulle alture, ormai è già tramontato il sole, e ce ne andiamo col treppiedi per fare delle foto al cielo stellato: un panorama davvero magnifico! Con la lunga esposizione si vede ancora il tramonto, quasi invisibile ad occhio nudo.

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domenica 18 agosto 2013

Drumheller

Anche oggi giornata Badlands! Prima di lasciare il campeggio andiamo a farci un giro nella cittadina, che ha un po’ poco, a parte il grande dinosauro (da guinness dei primati) e dei negozietti non vediamo nulla di interessante. Qualche piccolo acquisto e poi ci dirigiamo verso l’Horseshoe Canyon. Facciamo un piccolo errore di calcolo ed andiamo nella direzione opposta, perdiamo si e no una ventina di minuti. Dopo la deviazione riattraversiamo la città e giungiamo finalmente al canyon, dove personalmente non ho visto nessuna forma di zoccolo. Il posto è bellino, ci facciamo un giretto a piedi nelle ore più calde della giornata, e facciamo un po’ di foto nelle Badlands. 
Risaliti sorge un problema, la destinazione successiva è il Dinosaur Provincial Park, ma non sappiamo come arrivarci, sappiamo a spanne che si trova in una certa area ma qui le aree sono veramente vaste. Fortunatamente grazie alla cronologia del computer riusciamo a risalire alla zona approssimativa ed incrociando le cartine del parco, scaricate in PDF, con quelle del TomTom troviamo la destinazione. Lungo la strada ci fermiamo a vedere gli Hoodoos di Drumheller, delle formazioni davvero caratteristiche della zona, guardate le foto per capire di cosa parlo. Per questo tipo di opere d’arte della natura bisogna ringraziare la conformazione del terreno: lo strato di arenaria viene eroso in fretta ma se è ricoperto da un "cappello" di pietra un po’ più dura il processo è rallentato, e così si formano gli Hoodoos. Molto belli e molto preservati dal Canada. Non si fanno paragoni col nostro bel paese…
La strada procede scorrevole fuori dalle Badlands, e giungiamo facilmente al parco dei dinosauri, dove abbiamo prenotato la piazzola prima di partire dall'Italia, dato che non ci sono altri posti dove fermarci nel giro di parecchi chilometri.
Arrivati al parcheggio, colleghiamo il mezzo alla corrente, c’è solo quell'attacco qua, e poi andiamo a piedi al centro informazioni dove prenotiamo una gita con accompagnatore per il per parco, per la mattinata successiva. Buttiamo un occhio allo store e poi rientriamo al camper. Un bella doccina e poi una cenetta. Usciamo per osservare il cielo stellato, che è a dir poco una meraviglia. Osserviamo delle torce dai rilievi a due passi da li, segno che la gente si arrampica per vedere il panorama. Magari domani sera ci andiamo.


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sabato 17 agosto 2013

Royal Tyrrel Museum

Beh, qui dovrà spiegarvi tutto l’esperta, io sono molto profano per questo capitolo. La giornata è incentrata sul Royal Tyrrel Museum, uno dei posti più importanti per i paleontologi di tutto il mondo. Tutti i ritrovamenti delle Badlands Canadesi vengono gestiti e poi portati qui. Al mattino partiamo dalla nostra piazzola, che ritroveremo la sera, per andare al museo. Il viaggio è molto corto e parcheggiamo nella zona a noi riservata, praticamente dietro al museo. Arriviamo e valutiamo il da farsi. Scegliamo di spendere un’ora e mezza a scavare dei finti fossili nelle Badlands, per accontentare la bimba. Nel frattempo non ce la faremmo a vistare il museo, pertanto facciamo un giro nello store e poi all’esterno a fare qualche foto.
Prima di iniziare un bel cazziatone preventivo sul prelevare oggetti dall’area, qui guardo un po’ male Valeria! Nel viaggio di andata e di ritorno ci spiegano un po’ la conformazione della zona, dei dinosauri e della fauna.
Arrivati sul luogo di scavo, ovviamente finto, dato che non possono permettersi di rovinare dei veri reperti. Ci spiegano il da farsi ed armati di tanta pazienza ci mettiamo al lavoro. L’esperienza di scavo è carina, ma ci vuole troppa cura e pazienza per Valeria! A momenti prende un martello pneumatico per lo scavo! Bisogna usare strumenti molto piccoli ma non ce la fa ad essere così certosina!
Finito il tempo a nostra disposizione ci invitano a cercare di capire cosa abbiamo scoperto, insieme ai turisti che ci hanno preceduti. Non oso immaginare i primi che hanno iniziato questo scavo cos'hanno visto! Direi nulla!
Tornati decidiamo di mangiare nel camper e poi proseguiamo con calma a visitare il museo. Una visita interessante, una cosa unica per chi è appassionato. Vediamo ad esempio l’unico esemplare al mondo di teschio di T-Rex nero. Come ho già scritto, qui potrà essere più d’aiuto Valeria visto che è il suo campo…
Dopo un po’ di ore usciamo allo store e Valeria si dedica ad acquisti, io esco vista la folla.
Questa sera arriviamo al campeggio sul presto, siamo presi una giornata più tranquilla visto il viaggiare dei giorni precedenti!

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venerdì 16 agosto 2013

Il Grande Mall

La breve sosta sul laghetto è terminata, e decidiamo di spendere un po’ di tempo nel Mall, uno dei più grossi centri commerciali al mondo. Dopo aver lasciato il camping ed aver pulito le taniche, ci dirigiamo vero un distributore, il pupo sbevazza! Purtroppo abbiamo un piccolo inconveniente con la tanica delle acque nere, ad occhio (o meglio a naso) non è stata pulita bene. Ne ho da imparare sul campeggio. Il problema viene risolto in fretta, nonostante momenti di panico. Fatta benzina ci dirigiamo al Mall ed abbiamo un grosso problema, grosso più o meno come il camper! Dove cavolo parcheggiamo? Girandoci un po’ intorno troviamo un parcheggio di proprietà del centro commerciale dove ci sono mezzi anche più grossi nel nostro. Lasciamo anche un biglietto in bella vista sul cruscotto per dire che non campeggiamo ma stiamo visitando il mall. Entriamo e ci accorgiamo di quanto è grosso! Non è grosso, è enorme! Troviamo un galeone in una piscina vicino a dove si esibisce un’otaria, un cinema multisala da paura, un parco acquatico, un luna park, una pista da pattinaggio/campo da hockey ed una miriade di negozi! Per prima cosa andiamo a vedere gli orari dei film e decidiamo di andare a vedere Planes, in Italia arriverà a metà Novembre. Troviamo un orario interessante e prendiamo il biglietto, 16$ per il 3D. Che legnata, meno male che il dollaro è a 1,40!
Poi proseguiamo a vedere i negozi ed attrazioni. Cerchiamo un posto dove mangiare ed alla fine optiamo per la Boston Pizza, prendiamo un pizzone medio per entrambi su consiglio della cameriera. Qui si mangiano in maniera diversa. A tutti danno un piatto vuoto ed in mezzo al tavolo portano la pizza già tagliata che viene divisa tra i commensali. Alla fine risparmiamo qualche dollaro rispetto a prendere due pizze singole.
Finito di mangiare andiamo a vedere lo spettacolo dell’otaria, ma non tutto in quanto abbiamo il film. Quando ci strappano i biglietti ci viene detto che non è 3D, e mi sa che ci hanno fottuto qualche dollaro! Vabbè, non abbiamo voglia di fare polemica per un paio di dollari, ma ci rimaniamo un po’ male per il piccolo inconveniente.
Il film è carino, lo vedrete tra un po’ di mesi anche voi! Finito lo spettacolo chiamiamo da un telefono pubblico il prossimo camping, che è a Drumheller. Bel viaggetto anche oggi! Saliti in carrozza partiamo, ma a rilento. Troviamo tre incidenti in meno di un chilometro e perdiamo un’oretta. La strada è scorrevole una volta usciti dall’ingorgo, ed è deserta una volta usciti dall’autostrada che collega Edmonton a Calgary.
Dopo un po’ di ore di guida raggiungiamo Drumeller, e le Badlands ci appaiono all’improvviso: fai una curva e trovi una discesa che ti ci porta dentro. Erano li vicine e non le vedevamo, ma sono così! Andiamo a fare una piccola spesa, più che altro acqua e poi ci dirigiamo al nostro campeggio, che è il Dinosaur’s Nest. Ci accoglie una gentile signora americana col marito. Gestiscono loro il campeggio in cambio di pernotti gratis, funziona così in certi camping. Mentre Valeria finisce le pratiche burocratiche il marito della signora mi fa parcheggiare appena prima che faccia buio.
Vado a riprendere Valeria e ci facciamo una bella pasta, ce la meritiamo!

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giovedì 15 agosto 2013

Il fiume del Maligno

Ci alziamo, e questa sarà la nostra ultima sveglia all’interno del parco. Il tempo non è dei migliori, pioviggina con un po’ di sole. È piuttosto presto ma decidiamo di dirigerci immediatamente verso il Maligne Lake, che dista una quarantina di chilometri. Per strada non troviamo molto traffico davanti a noi, complice il tempo e l’ora. Ad un certo punto guidando vedo che il bus davanti a noi frena , facendo la stessa cosa intravedo un cervo bello grosso che scappa nel bosco, dopo pochi salti è già invisibile.
Raggiungiamo il lago, la strada è abbastanza deserta, ed anche il parcheggio non è molto pieno. Parcheggiamo il nostro mezzo senza problemi e poi ci facciamo un giro per il centro turistico. Lasciamo perdere l’idea di prendere una barca per fare la crociera sul lago: sono un po’ troppo care ed il tempo non è dei migliori, non vedremmo bene il lago. Decidiamo però di fare un giro al lago delle alci, una passeggiata di un paio di chilometri, il lago è caruccio ma di alci nemmeno l’ombra. Quando torniamo al punto di partenza il cielo si sta aprendo, ed allora ne approfittiamo per fare un po’ di foto e goderci il panorama. Decidiamo di rientrare dato che il giro a piedi non possiamo farlo: ci porterebbe via tutta la giornata, ed il tempo non promette bene. E comunque ci sarebbe molto fango sui sentieri dato che ha appena smesso di piovere. Sulla via del rientro non riusciamo a fermarci al Medicine Lake dato che il piccolo parcheggio è a dir poco strapieno, pertanto proseguiamo ai canyon che si formano grazie al Maligne River.
Ci passiamo un po’ di tempo, e sono davvero carucci. Ci soffermiamo anche allo store dove prendo qualche pensierino per casa e per me. Mi fa un po’ di tristezza vedere nel parcheggio un ranger che mostra le pelli di un paio di orsi. Sicuramente è una cosa educativa, ma non mi piace vedere due pelli di orso buttate su di una roccia.
A questo punto ripartiamo, vista l’ora vogliamo tentare di arrivare ad Edmonton. Quasi ai confini del parco vediamo due cervi vicino alla strada ed un’aquila che volteggia sopra di noi, un po’ una presa in giro! Tutti quei giorni nei parchi senza vedere wildlife seria ed all’uscita becchiamo tre belle bestie! Mah!
Intanto scegliamo dove fermarci per la notte, e quando siamo fuori dal parco, a buon punto sulla tabella di marcia decidiamo di prenotare il camping per la sera: grave errore! Non troviamo un telefono pubblico in svariati paesi che attraversiamo, ed in questa ricerca perdiamo quasi un’ora! In un paese spariscono i cartelli di indicazione del centro turistico, in un altro si sono rubati il telefono ed alla fine lo troviamo in una specie di area di servizio. Il navigatore ha dato un po’ i numeri nel continuare a ricalcolare i percorsi che cambiavo, povero! Purtroppo dove troviamo il telefono ci sono anche dei bambini che rompono veramente e tra urla, porte che sbattono e asciugamani accesi di continuo. Non riesco a capire molto al telefono. L’inglese lo parlicchio, al telefono me la so cavare, ma se hai un accento strano, c’è casino e la linea fa un po’ schifo… La tizia al telefono ci fa un po’ di domande, a molte delle quali sono preparato, altre un po’ meno: che ti frega di sapere dove ti ho trovato se senti che c’è bordello e ti ho detto che sono straniero? Aspetta un’ora e me lo chiedi di persona!
Riprendiamo la strada verso Spring Lake, ed il viaggio ora è più tranquillo dato che abbiamo prenotato! Arriviamo e ci accolgono una ragazzina di 25anni al massimo, e da come parla capiamo che era lei al telefono. Valeria capisce anche perché non capivo una cippa al telefono, ha un accento stranissimo! Compiliamo i dati del mezzo e paghiamo. Ci assegnano una piazzola remota e ci accompagna un ragazzo molto giovane, lui ci precede con un golf cart e va veramente piano. Il limite è 10km/h e non li supera mai! È un tizio un po’ strano, fa venire in mente un serial killer a dire il vero, un po’ inquietante mentre ti parla, ed anche lui parla con lo strano accento incomprensibile, ma in che zona siamo finiti? Normalmente i canadesi li capisco senza problemi! Mi fa parcheggiare, da delle ottime indicazioni e poi fa un po’ di domande: è veramente strano! Ricordo a Valeria di chiudere bene la porta stanotte!
Colleghiamo il tutto, prepariamo da mangiare e ci facciamo finalmente un bella doccia senza limiti di serbatoio!
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mercoledì 14 agosto 2013

La via dei ghiacciai

Oggi la giornata è dedicata a percorrere la via dei ghiacciai. Ci alziamo e procediamo a fare il vero pieno al mezzo, vogliamo stare tranquilli dato che fino a Jasper non ci saranno stazioni di rifornimento. Partiti da Lake Louise passiamo per il check point dove verificano che abbiamo pagato il pass per i parchi e poi ci immergiamo nella natura incontaminata. Dopo non molto troviamo il primo lago, Bow Lake. Davvero bello, e gelido! Facciamo un po’ di foto, e trovare spazio tra i giapponesi sempre presenti è dura.
Fatto ciò proseguiamo verso il secondo lago, Peyto Lake. Fortunatamente siamo tra i primi che arrivano e non abbiamo problemi a parcheggiare, troviamo anche un gemellino del nostro camper. Facciamo un po’ di salita a piedi e poi ci appare questo meraviglioso lago, è davvero bello. Più bello di quanto appare in foto. A fatica riusciamo a guadagnarci due foto poi arriva un bus di orientali e diventa ingestibile stare li, allora proseguiamo a monte verso il ghiacciaio, dove riusciamo a trovare un posto per poter ammirare il panorama senza ressa. Ci rilassiamo un po’ li, un po’ di foto e poi partiamo seguendo la strada verso nord. Poco dopo troviamo il Mistaya Canyon, dove il torrente forma dei profondi canyon nel giro di poche decine di metri.
Poi viene la parte più impegnativa per il nostro mezzo, l’ennesimo passo, dietro di noi si forma una cospicua coda, ma alla prima piazzola ci fermiamo anche per fare un po’ di foto alla valle che ci siamo lasciati alle spalle. Nel giro di poche decine di minuti giungiamo all’osservatorio del ghiacciaio Columbia, dove si possono prendere i mezzi con ruote gigantesche per raggiungere il ghiacciaio. Facciamo un po’ di shopping e poi ci dirigiamo a piedi al ghiacciaio, fortunatamente troviamo parcheggio in un posto comodissimo e noto un cartello che non ho mai visto nella vacanza: indica di fare attenzione ai ladri e di nascondere alla vista oggetti di valore! Risaliamo a piedi e mentre ci avviciniamo vediamo dei paletti che indicano la posizione del ghiacciaio in alcuni anni. Fa impressione vedere che in 150 è risalito di più di un chilometro e mezzo! La vista è spettacolare, è davvero mastodontico, ed è solo un piccola lingua di quell’enorme ghiacciaio!
Ritornati al mezzo, e verificato che nessuno ha violato la nostra casa temporanea con le rotelle, procediamo verso jasper, ad occhio siamo a 100 km da li ed è ancora presto, poi non ci sono molti campeggi tra noi e la città, e quelli che vediamo sono davvero piccoli, pertanto facilmente pieni!
Ci fermiamo poi a due cascate: le Sunwapta Falls e le Athabasca Falls. Una più bella dell’altra, le seconde poi sono formate dal fiume che abbiamo visto iniziare al ghiacciaio, e qui è già diventato bello grosso! È impressionante vedere cosa ha creato la natura con la sola acqua, vedere i tronchi che girano in vortici all’interno di buchi scavati in millenni… Rimaniamo affascinati ed anche bagnati da queste due esperienze. Si fa quasi tardi, e decidiamo di andare a trovare rifugio al campeggio, il primo che vediamo lungo la strada è al completo, il secondo (enorme) invece ha ancora qualche posto e ci parcheggiamo dopo un lungo percorso nel bosco. Quando sistemo il mezzo vedo che sul lato sinistro ci sono delle ammaccature che prima non c’erano, forse nel parcheggio delle ultime cascate qualcuno me l’ha rigato…

Dopo una bella cena italiana ed una doccia calda crolliamo a letto esausti, domani ci vogliamo alzare presto per andare a vedere qualcosa qua vicino.
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martedì 13 agosto 2013

Laghi Morena e Luisa

Rifornito il mezzo andiamo nella sede del parco e chiediamo informazioni per andare a vedere i due laghi della zona: Lake Louise e Moraine. Dalle foto sembrano fantastici, soprattutto il Moraine Lake.
Vediamo se possiamo andare coi mezzi, per non sforzare troppo il camper, ma non ce ne sono più e decidiamo di andare col bisonte, la strada ci hanno detto che è tranquilla da fare, solo un po’ in salita, ed avendo visto quanto beve, volevamo evitarci l’ennesima salita!
Non ci mettiamo troppo ad arrivare al lago, scegliamo di andare prima a quello più lontano e poi a quello vicino, che da anche il nome alla cittadina. Fortunatamente anche qua troviamo subito posto, e la visione che di si para davanti è davvero spettacolare! È davvero un gioiello questo lago, non mi stupisco che fosse finito sulla banconota da 20$! Ci arrampichiamo per andare a vedere com’è visto dall’alto.
Da qui è ancora meglio, ci divertiamo a fare un po’ di foto e poi scendiamo. Lungo la strada vediamo un cartello che spiega come muoversi in quella zona dato che ci sono degli orsi: almeno 4 persone, massimo a 3 metri di distanza e parecchi dollari di multa se non si rispetta tale divieto. Da quello che abbiamo letto non è così improbabile incappare in un ranger dato che perlustrano spesso tutti i percorsi. Non avevamo intenzione di andare, ma ci fa pensare che siamo veramente vicini agli orsi qua!
Scesi al lago, Valeria pensa di fare un giro nelle acque gelide, e poi ci divertiamo a fare delle foto ad un simpatico e fotogenico scoiattolo! Un po’ di acquisti e poi ci dirigiamo verso l’altro lago, la discesa mi piace meno della salita, ma in poco scendiamo e lo raggiungiamo, il parcheggio qui non è un problema, c’è tanto di quello spazio… Il lago è meno bello dell’altro, ma sicuramente non è brutto! L’hotel che è presente sulla costa è davvero magnifico, i prezzi sono da paura invece! Non ci soffermiamo molto, il tempo peggiora e ci laviamo un poco. Oggi è una giornata così, ma da quello che capiamo sono un po’ tutte così! Prima di abbandonare la città facciamo un altro giro in centro e facciamo un minimo di spesa ed anche un prelievo di contante, non sappiamo come sarà verso Jasper, e se non accettano le carte saremo fregati!
Con la spesa fatta ed anche qualche piccolo souvenir rientriamo al nostro camping per una bella cenetta, ed un sonno ristoratore!

Tra fossili e laghi di smeraldo

Ed eccoci alla sveglia, relativamente presto. Non che abbia dormito bene a causa della ferrovia che ci passa molto vicina! Intanto che io svuoto le taniche, non so come sono i campeggi nei parchi, Valeria prova a chiamare il numero per prenotare la visita, ma senza successo. Sono solo le 8.30 e magari non c’è ancora nessuno. Mandiamo velocemente ultimi messaggi e mail visto che la connessione nei prossimi giorni non sappiamo se ci sarà, e partiamo.
Il viaggio fino a Field è veloce ma suggestivo, sarà merito delle piogge notturne, ma si vedono ancora basse nubi lungo la strada in una giornata che al momento è soleggiata. Arrivati a Field mi fermo al punto informativo dei Rangers, ma sembra non ne sappiano nulla, Valeria riprova a chiamare ma ancora nulla. Ci dirigiamo verso un indirizzo che aveva trovato, ma arriviamo ad una scuola deserta. Torniamo indietro e riprovo io a chiedere ad un altro tizio, e questo fortunatamente conosce la cosa e dice che si ritrovano li fuori. Nel frattempo, mancano 15 minuti all’inizio, Valeria riesce a chiamare ed a prenotare. Il ragazzo arriva puntualissimo e siamo i soli partecipanti alla gita. Meglio per Valeria, così può far tutte le domande che vuole. La spiegazione della visita guidata ve la può dare lei, io vi posso dire che mentre ci spiegava siamo andati alla scuola di prima a piedi, dove abbiamo visto dei veri fossili, più che unici. Nel percorso ci ha spiegato le varie ere geologiche ed anche l’evoluzione della vita sul nostro pianeta, così come le grandi estinzioni che si sono verificate. Ci spiega anche l’evoluzione del posto in cui ci troviamo ora e perché ha potuto conservare questi fossili unici, solo in Cina esiste un posto simile dove si sono potuti conservare i tessuti molli, ed in tal modo studiare veramente l’inizio dell’evoluzione sul nostro pianeta. Valeria durante la spiegazione sembra una bimba, un po’ di domande che non capisco troppo a causa del linguaggio troppo tecnico. Dopo un filmato di spiegazione ci permette anche di vedere e toccare dei veri fossili, li la perdo definitivamente.
Ma arriviamo alla fine della visita e conosciamo anche il preside della scuola, e facciamo quattro chiacchiere. Ma quanti di loro hanno fatto un viaggio in Italia?
Torniamo al nostro camper e decidiamo di fare qualche chilometro indietro, nel mentre eravamo a scuola ha piovuto parecchio, ma ora è di nuovo tornato il sole. Puntiamo verso Emerald Lake, e ci arriviamo in poco tempo, fortuna vuole che troviamo il posto per il camper in un attimo, per fortuna fanno i parcheggi apposta e semplifica la vita ai camperisti! E’ davvero uno spettacolo questo lago, Il colore col sole che picchia è davvero magnifico!
Facciamo il giro del resort che sorge su quella che sembra essere un’isola collegata con un ponte di legno. Penso che qui le camere costino un bel po’…
Il posto è da mozzare il fiato, facciamo un po’ di foto, prendiamo qualche souvenir e poi ci dirigiamo verso la zona di Lake Louise per prendere posto in uno dei camping, chiedendo ai ranger di Field ci è stato detto che non possiamo prenotare telefonicamente e che alle 14 faremmo bene ad essere li. Alla fine attraversiamo il confine tra Alberta e British Columbia, e quando arriviamo a Lake Louise è troppo tardi, il camping era già completamente pieno e ci mandano a parecchi chilometri di distanza. Purtroppo nei parchi ci sono solo i camping governativi e perdiamo parecchio tempo per andare a prendere il posto, sulla via del ritorno evitiamo l’autostrada per cercare di scorgere un po’ di fauna selvatica, ma non siamo molto fortunati. Vediamo la formazione denominata “il Castello” e torniamo alla cittadina per fare rifornimento, visto che eravamo ormai in riserva spinta!
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lunedì 12 agosto 2013

Il primo parco

Oggi giornata di ulteriore posizionamento. Siamo all’ingresso dei parchi, ed a Revelstoke decidiamo di fare il pass per 5 giorni, facciamo il conto dei giorni che ci possiamo passare ed alla fine decidiamo per il numero dei giorni. Dobbiamo aspettare dopo pranzo per l’apertura degli uffici del parco e ne approfittiamo per girare la cittadina, che è carina ma non ha nulla di particolare. Entriamo nell’ufficio informazioni dove ci consigliano di andare a vedere il parco locale, ma dopo aver sentito dov’è ed anche visto, decidiamo di saltare. Fossimo stati con una macchina avremmo provato, ma far fare una tale arrampicata al camper ci sembra troppo! Prima di lasciare il posto decidiamo di fare un po’ di carburante, il pupo ha sete e seguendo i consigli dei locali facciamo benzina per arrivare in Alberta, dove il prezzo dovrebbe essere più basso.
Lasciamo la città e ci troviamo immersi in una pioggia davvero forte, tanto forte da dover fermare il mezzo in una piazzola. Passati i 5 minuti di tempaccio ripartiamo e troviamo il sole dopo pochi chilometri, il tempo è davvero matto qua! Riusciamo anche a fermarci per visitare dei punti di interesse lungo la strada, come i cavoli puzzoni! Hanno creato un bel percorso dentro a questa palude, e solo per vedere dei cavoli!
Continuiamo a guidare in salita verso il Roger Pass, dove dobbiamo spostare avanti gli orologi di un’ora, in questo punto hanno deciso di far cambiare l’ora i canadesi, anche se siamo ancora in British Columbia. Ma da qui in poi la gente si sente più dell’Alberta che del loro stato! Facciamo una breve sosta al passo, dove vediamo dei cani della prateria un po’ poco avvezzi all’igiene personale dall’odore che emanano!
Fare i passi con il bestione ci porta via un po’ di tempo… Per fortuna abbiamo prenotato il campeggio comunale per la sera, e con l’ora in meno arriviamo comunque per l’ora di cena. Il percorso lungo le strade è panoramico, e bello da vedere, anche se di tanto in tanto ci sono dei lavori che rallentano. Arriviati al parco parcheggiamo e ci connettiamo in un attimo, ormai ho la mano per portare il bestione e per collegarlo! Grazie alla connessione internet Valeria vede che per il giorno dopo c’è la possibilità di fare una visita guidata nella zona di Burgess Shale, nella piccola cittadina di Field, proprio ai limiti estremi dello stato! Decidiamo di chiamare il giorno dopo vista l’ora tarda, e per essere li per tempo dobbiamo puntare la sveglia.
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domenica 11 agosto 2013

Long Journey

Dopo aver dormito con le secchiate d’acqua che cadono sul camper, ci svegliamo sul presto e prima di rischiare di rimanere senza piazzola per la sera, decidiamo di pianificare la prossima tappa. Scegliamo di allungare un po’ ma di passare per Kelowna, e dapprima volevamo fermarci in zona, poi guardando un po’ di cartine scelgo di proseguire fino ai limiti dei parchi, quasi fino a Revelstoke. Guardiamo la nostra guida di camping e tra i vari camping della città scegliamo quello dell’Arca di Noè! Sia per i servizi che per il toll-free. Chiamo per prenotare e richiedo una piazzola con acqua e corrente, lo scarico non dovrebbe servirci.
Sistemiamo il tutto per la partenza, chiediamo delle dritte per dove fare la spesa e ci dirigiamo verso Merritt, dove giungiamo in un’ora e mezza abbondante, la velocità di crociera del mezzo è bassa, soprattutto in salita. Per arrivare alla prima tappa affrontiamo il nostro primo passo, e mi accorgo delle limitazioni del mezzo ed inizio a farmi domande sul fatto di averlo preso per la traversata. È davvero comodo, ma è davvero duro da spostare!
Arriviamo a Merritt facciamo sosta in due supermercati: WalMart e Superstore. Qui troviamo un po’ di prodotti a cifre più umane ed anche l’acqua con le bolle, una cosa difficilissima da trovare qui! Perdiamo un po’ di tempo tra i due supermercati ed alla fine partiamo che è ora di pranzo. Puntiamo verso Kelowna, e dobbiamo affrontare il nostro secondo passo, ogni tanto stacco l’aria per non affaticare troppo il motore, ma mi pare di avere un caldo assurdo, fuori l’aria non è poi così calda. Penso che magari è la tensione del guidare il bestione che mi fa questo effetto… Poco dopo il secondo passo ci accorgiamo di un suono fastidioso, sentendolo poi che si ripete ad intervalli regolari ci viene il dubbio che provenga dal mezzo. Il rumore pare venire dal rilevatore di fumo! Un po’ preoccupati accostiamo quanto prima e verifichiamo: viene da quell’aggeggio infernale! Dopo vari tentativi veniamo a capo del problema, è il dispositivo che ha dato fuori di matto, togliamo la batteria e lo resettiamo, e da allora non ci creerà più problemi. Ci va a anche bene che nel mentre ci troviamo in un acquazzone e non devo guidare in quelle condizioni, il tutto dura 5 minuti al massimo.
Arrivati quasi a Kelowna ci fermiamo in un’area di sosta con ufficio turistico. Qui ci rendiamo conto dell’origine del calore che sentivo: il motore è sotto di noi ed è bello caldo, se ne accorge valeria prendendo alcune cose nello scendere. Controllo subito le temperature ma sono addirittura sotto la metà, avendo un 7 litri mi sa che butta fuori parecchio calore. Chiediamo come fare per raggiungere la città e vedere l’Ogopogo, che non è altro che il cugino Canadese di Nessie. Faccio presente che guidiamo un mezzo di 26 piedi, ma ci sanno indicare dove provare a parcheggiare, o almeno provare. Imposto il navigatore e partiamo, riusciamo ad arrivare in zona senza problemi, sono un po’ teso dal guidare il mezzo in una città, e soprattutto di doverlo parcheggiare. Provo a parcheggiare di fronte ad un supermercato ma trovo cartelli che mi proibiscono la cosa, allora con un po’ di difficoltà giro il mezzo e parcheggio a due passi da li, cercando di far stare il camper negli spazi previsti per le macchine, ed incredibilmente riesco quasi a farcelo stare. Sporge un poco di lato, e di lunghezza nemmeno molto, prendendo il primo parcheggio c’è parecchio margine. Fortuna vuole che oggi non si paga nemmeno il parcheggio e si ferma pure un signore a confermarcelo! A questo punto giriamo per un paio d’ore almeno per la cittadina, che è abbastanza carina a parte un pazzo ubriaco che insulta i turisti nel parco. Facciamo qualche foto a cavallo dell’Ogopogo (la statua, non quello vero), due passi sul lungolago, una limonata fresca ed il tempo vola. Dobbiamo arrivare prima che faccia buio, non voglio guidare e parcheggiare senza luce.
L’ultimo pezzo di strada è abbastanza tranquillo e troviamo il posto grazie al navigatore, non è che ci siamo troppe indicazioni per l’Arca! La proprietaria che ci accoglie alla reception è una signora a dir poco piacevole e disponibile, rimaniamo a chiacchierare un po’ con lei su varie cose come l’Italia che ha visitato in passato, sul fatto che siamo i primi italiani che vede nel suo campground, sulle varie regole del posto e via discorrendo.

Raggiungo la mia piazzola poco prima che sparisca il sole, non è facile parcheggiare il bestione con la visibilità limitata e senza molti punti di riferimento, devo scendere qualche volta a verificare le posizioni ed alla fine ci fermiamo. Al solito attacchiamo tutto, e scopro anche che ci hanno dato un posto con anche lo scarico! Meglio! Doccina e poi delle buone trofie al pesto! Mi sa che nessuno le ha mai mangiate in quel campeggio!
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sabato 10 agosto 2013

Abbotsford 2013

E finalmente siamo qua a vederci un Airshow americano! Ci alziamo ma il tempo non promette bene, molte nuvole e qualche goccia… Valeria è già presa male, ma ormai siamo qua e speriamo in bene. Facciamo un giro per il campeggio improvvisato in attesa delle 9, ora in cui apriranno i cancelli! Man mano che passa il tempo le nuvole sembrano aprirsi, buon segno. Finalmente arriva l’ora ed entriamo, iniziamo a vedere la parte statica, e vediamo anche lo spostamento di alcuni aerei, tranquillamente in mezzo alla gente che arriva. Mana mano che proseguiamo arriviamo al limite della zona visitabile e da lontano vedo per la prima volta i Mounties in uniforme da cerimonia! Faccio loro un po’ di foto mentre sono vicino al P-51 Mustang e dopo entrano nella zona dei visitatori, sono li apposta per far pubblicità al corpo da quello che capisco. Uno si avvicina a noi e dopo due chiacchiere ci chiede se vogliamo fare una foto con lui, come posso dire di no? Dopo 4 viaggi in Canada è il primo che vedo, e felice come una pasqua mi faccio ritrarre! Ringraziamo e se ne va a far felici altri bambini!
Giriamo poi per le bancarelle, in attesa che arrivi l’ora di inizio. Piccoli acquisti e poi ci diriciamo ai posti acquistati sulla tribuna. Qui non sto a descrivere la manifestazione ma vi lascio alle tante foto scattate in quella giornata. Alla fine il sole esce, e mi prendo una bella scottata, la crema è rimasta sul camper, vista la giornata che si preannunciava non ci ho pensato a prenderla!
Le ore passano veloci, con scene divertenti, show non solo in volo ma anche a terra. Simulazioni di bombardamento molto realistiche, aerei storici in volo che nemmeno osiamo sognarci qui.
Finita la giornata procediamo con calma verso la nostra casa. Visto il casino decidiamo di concederci una bella doccia ed un momento di relax prima di partire, appena il traffico cala ci mettiamo in moto per raggiungere il nostro primo camping. La destinazione è Hope, e grazie alla rivista che ci è stata lasciata dai noleggiatori individuiamo un posto che ci può andare bene. Non avendo telefono non possiamo prenotare prima, ma dista solo un centinaio di chilometri e tentiamo. Grazie al navigatore arriviamo sul posto al primo colpo, e siamo fortunati in quanto hanno ancora una piazzola. Il posto dove parcheggiare è davvero stretto qua, e devono far spostare un gippone che si era preso uno spazio non suo. Grazie al gestore ed alle sue indicazioni parcheggio alla perfezione, Valeria ha ancora qualche problema nel darmi indicazioni. Una volta parcheggiato attacco tutto e ricarico l’acqua consumata ad Abbotsford. Poi ci dedichiamo ad una bella cenetta sana e poi una bella lavatrice, visto che qui hanno la lavanderia. Nel mentre che si lava ci colleghiamo alla rete e mandiamo qualche messaggio a casa, giusto per far sapere che siamo sopravvissuti all’esperienza camper.

Finita la lavatrice si crolla, la giornata è stata bella intensa e personalmente sono bello bruciato!
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venerdì 9 agosto 2013

Il Camper

La giornata sarà un po’ lunga… Prima di partire andiamo a fare le ultime compere al mercato, Partiamo un po’ di corsa, il tempo di viaggio è superiore al previsto. A me sembrano attaccate Seattle e Vancouver, in realtà ci si mette un po’ più di due ore, senza contare il passaggio alla frontiera.
Il viaggio procede abbastanza bene fino alla frontiera, facciamo una piccola solta prima di arrivare al confine per fare 10$ di benzina. Lungo la strada vediamo un Amber Alert per il rapimento di un ragazzino, la cosa viene ripresa anche della stazioni radio locali.
Arrivati al border ci troviamo un bel po’ di coda, ci metteremo un’ora e mezza per passare, e poco prima di passare il confine fisico (massimo 150 piedi) vediamo dei poliziotti che girano per le macchine e ci controllano all’interno. Si vede che stanno cercando qualcosa, ci chiedono dove viviamo e se ne vanno. Bah…
In un minuto passiamo i controlli dal lato canadese, mi aspettavo mille domande, soprattutto su alcool e prodotti acquistati, invece ci chiedono solo dove andiamo, quando torniamo in Italia e che lavoro facciamo. Meglio così. Mi dirigo in fretta all’aeroporto per consegnare il mezzo, sono già in ritardo per chiamare il noleggio RV, ma chi pensava di metterci tanto?! In poco meno di mezz’ora siamo all’aeroporto e scarichiamo l’auto. La macchina è a posto e ce ne andiamo a telefonare. In 20 minuti siamo sulla loro navetta, ci accompagna un ragazzo svizzero che lavora qua per l’estate. Chiacchierando un po’ arriviamo alla sede.
Qui attendiamo un po’ prima di firmare tutto il contratto, ho voluto aggiungere l’assicurazione con la franchigia minima (5$ al giorno) e ci consigliano due sedie, mentre ci regalano l’ascia.
Fatte le pratiche burocratiche ci istruiscono sull’uso del mezzo. Appena lo vediamo capiamo che è davvero grande! Il ragazzo ci istruisce su ogni compartimento esterno: semplici scomparti per contenere valigie od altro, doccia esterna, valvola del propano, connessione acqua, ricarica acqua, corrente con adattatore e scarico delle taniche… Questa è la parte che mi fa un po’ paura oltre a fare un po’ schifo. Ma ad occhio sembra abbastanza “pulita” come procedura. Cerco di memorizzare le istruzioni per non fare casini… Il tutto sembra abbastanza semplice. Poi passiamo agli interni dive ci spiega dove leggere lo stato di riempimento di acque chiare, grigie e nere, come accendere il boiler per l’acqua calda, come far funzionare il frigo, funzionamento di riscaldamento ed aria condizionata ed apertura dello slide-out.
Il tutto sembra meno complicato di quello che pensavo, fa un po’ paura portarsi in giro un mezzo così grosso, ma spero di farci la mano. Poi passiamo alla guida e fa provare Valeria. Fa un metro avanti ed uno indietro. Ci spiega il funzionamento ed i limiti della telecamera posteriore. Facciamo le nostre domande e poi siamo pronti a caricare i nostri bagagli per partire. Si offrono di portare fuori il mezzo dato che c’è un bump, ma voglio cavarmela da solo, basta andare piano! Ci indicano dove fare la spesa e ci danno la tessera sconti di SafeWay, è sulla strada del nostro primo campeggio e decidiamo di andar la. Chiediamo anche dove trovare una lavanderia in zona supermercato dato che gli abiti puliti sono agli sgoccioli, e ci cercano e stampano la soluzione trovata su Google.
Impostiamo il navigatore e mi appresto alla prima partenza col camper: cacchio se è grosso! Lo porto fuori senza problemi, viaggio a passo molto lento e mi accorgo dalla prima frenata dell’inerzia di tale mezzo, motivo in più per non tirare!
Il supermercato è a circa 40 km, per le strade c’è un po’ di casino e sono un po’ nervoso, ho paura di far danni. Alla fine ci arriviamo senza troppi problemi. Parcheggiamo in un parcheggio enorme, in una zona remota senza auto vicine. Noto che porta via tranquillamente lo spazio di due macchine in lunghezza ed in larghezza uno spazio è un po’ stretto. Andiamo subito a cercare la lavanderia, così valutiamo se mangiare prima o dopo la lavatrice. Purtroppo dopo aver girato un po’ scopriamo che la lavanderia è a secco e non a gettone. Allora andiamo a mangiare e prendiamo una pizza schifosa nel centro commerciale, è così buona che la avanziamo! Poi proseguiamo verso il supermercato e qui una brutta sorpresa: è caro come il fuoco! Un esempio? Un limone 0,99$! Prendiamo il minimo indispensabile come acqua per cucinare, sale, zucchero e latte. Mi ricordavo dei prezzi più bassi!
Dopo questa legnata andiamo verso il campeggio di Abbotsford che non è poi tanto distante. Il navigatore era impostato perfettamente e raggiungiamo la “reception” del campeggio temporaneo. Ci dicono di seguire il tizio col quad, cosa che faccio lentamente (sotto i 10 km/h) ma scoprirò poi che andavo troppo veloce. Il campeggio non è altro che un prato. Purtroppo a causa della luce e dell’erba non riesco a vedere gli avvallamenti. Valeria è andata dietro a fare non so cosa, in teoria non bisogna stare in piedi su un camper in movimento, ma mi dice che tanto devo fare pochi metri. Non ho voglia di star a discutere, alla fine siamo arrivati. Grande errore! Prendo una sequenza di cunette prima da un lato e poi da un altro e sento (diciamo che tutto il camping sente) delle urla da dietro, sportelli che si aprono e roba che vuola fuori. Purtroppo quando freno è troppo tardi! Procedo al parcheggio, tanto il danno è fatto ed il ragazzo del quad ci sta aspettando. Dopo aver parcheggiato nel nostro posto e ringraziato l’accompagnatore vado a vedere che succede dietro. Valeria è incazzata, piatti a terra, ed un bicchiere rotto. Iniziamo bene. A sentir lei ci stavamo ribaltando, davanti non sembrava così tragica. Ho sentito che le ruote dietro hanno preso una serie di cunette e mi sono fermato appena ho potuto, ma col mezzo così alto si sono amplificate le sensazioni, soprattutto dietro. Alla fine abbiamo rotto solo un bicchiere, non so come siano sopravvissuti i piatti che son volati… Ci fermiamo e proviamo a sistemarci, abbiamo ancora la valigie da disfare. Questa operazione ci porta via un po’ di tempo, e poi ci decidiamo a cucinare il nostro primo pasto: una bella pastasciutta pomodoro, basilico e grana! Che figata.
Dopo cena vorremmo farci una doccia, vado ad accendere la pompa e non va, panico! Vado a controllare e non vedo neppure più gli indicatori delle taniche! Controllo e vedo che le altre cose elettriche vanno, e sospetto un fusibile! È sabato e sospetto che anche la domenica siano chiuse le officine, ed oltre a non avere acqua per la doccia non possiamo nemmeno usare il bagno!

Fortunatamente mentre chiedo informazioni alla reception in merito ad officine, un gentile volontario si offre di venire a dare un occhio, anche a lui sembra un problema di piccolo conto, un fusibile, ma il problema è trovare la scatola dei fusibili! Dopo un po’ la troviamo sotto il forno e leggendo le istruzioni troviamo il responsabile: il fusibile nr 6 salta fuori! In un modo o in un altro lo riesce a sistemare in modo che non si stacchi e così abbiamo l’acqua. Ringraziamo il signore che non vuol nulla per il disturbo. Dopo una bella doccia calda, ma molto veloce, andiamo a dormire stanchi per la lunga giornata avendo superato il nostro primo problema col camper!
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giovedì 8 agosto 2013

Museum of Flight

Andiamo a prendere la macchina, ma ci accorgiamo che c’è qualcosa che non va: ci hanno staccato la targa urtandoci da davanti, e ce l’hanno lasciata vicino alla portiera del conducente! Fortunatamente un ragazzo, cliente dell’hotel e dell’Oregon ci aiuta a rimetterla a posto con un multi-tool! Meno male!
Partiamo verso il museo ma il GPS non vuole prendere in mezzo ai palazzoni, ad occhio so che devo andare a sud e dopo un bel po’ inizia a prendere. Alla fine mi immetto nella giusta autostrada ed in 20 minuti siamo quasi al museo, decidiamo però di mangiare in un ristorante li vicino, avevamo letto qualcosa su tripadvisor in merito. Entriamo ed è più museo dell’aviazione che ristorante/diner! Una marea di modellini, riviste, libri, pezzi unici come il fil di ferro della zona smilitarizzata in corea.. Più che mangiare ammiriamo il tesoro di questo locale. Ci consentono di fare foto, anzi… Alla fine parliamo con la proprietaria che è italiana, trasferitasi qua a 6 anni, ad occhio parecchi anni fa. L’italiano praticamente non lo parla più.

Dopo un buon burger di bufalo ci dirigiamo verso il museo, nemmeno un minuto in auto, dove parcheggiamo ed iniziamo a fare foto. Prendiamo il biglietto, ed io vorrei fare il gito del B-17, ma porterebbe via mezz’ora, allora andiamo a fare il giro esterno, compreso nel biglietto. La nostra guida è un simpatico vecchietto, reduce di guerra. A noi si affiancano padre e figlio di qualche stato li vicino, il padre lavora alla Boeing e non è mai venuto al museo…
La visita intorno al B-17 dura alla fine mezz’ora, come se avessimo fatto la visita interna. La nostra guida è davvero esaustiva nelle descrizioni, ci fa buttare un occhio dentro e sotto. Il tutto vola, ed alla fine ringraziamo di cuore la nostra guida.
Iniziamo poi la nostra visita dalla sezione dello spazio, devo dire che all’inizio non mi entusiasmava molto l’interno, mi aspettavo qualcosa in più, ma procedendo nel giro mi accorgo che è vero che hanno “pochi” pezzi (paragonandolo ai due musei dello scorso anno), ma hanno dedicato parecchia cura ad ogni pezzo, creandogli uno spazio dove esso possa essere valorizzato al massimo, togliendo l’atrio principale, all’interno ogni pezzo ha il suo spazio! Addirittura troviamo un Caproni che ha una posizione importantissima qui, nella sezione della prima guerra mondiale. Quest’aereo è stato costruito a pochissimi chilometri da dove vivo ora, ed è giunto qui per essere un pezzo a dir poco riverito. Sono sbalordito da come ci tengano, non solo a quel pezzo ma a praticamente tutti i velivoli che hanno qua.
Proseguiamo ed attraversiamo la strada tramite un ponte coperto, e raggiungiamo la sezione spazio. Qui hanno appena recuperato il vero simulatore degli astronauti. Il simulacro dello Space Shuttle dove tutti quelli che hanno fatto una missione con questa navetta si sono addestrati, e vi si può camminare dentro! Una bella esperienza, loro ne sono orgogliosi in una maniera spaventosa. Dopo aver girato un po’ ed usciamo allo scoperto dove troviamo dei pezzi unici: il primo 747 della storia, il primo Air Force One, un Super Constellation, un Concorde della British Airways, ed altri pezzi. Riusciamo a salire su Concorde ed Air Force One. Su quest’ultimo al momento stanno lavorando un bel po’ di persone, probabilmente carrozzieri per ridare vita agli esterni, ormai un po’ deturpati dalle condizioni atmosferiche. Finiscono di fare il lavoro dopo un po’ che siamo tornati a casa e fanno pure un video sulla ristrutturazione. Dire che sono orgogliosi del lavoro che stanno facendo, è dire poco…
Purtroppo il museo è quasi alla chiusura, ed allora procediamo verso lo store dove prendiamo qualcosina, sinceramente mi aspettavo più roba, ed alla fine non compro tantissimo.
Facciamo qualche foto all’esterno, dove hanno un G-91 con colorazione Frecce Tricolori, e vari altri aerei, attraverso la rete facciamo qualche foto a velivoli militari parcheggiati nell’aeroporto. Ah, forse mi ero scordato di scriverlo prima, ma questo museo sorge dove c’erano le vecchie fabbriche Boeing, dove ancora qualcosa viene prodotto. Ai tempi della guerra da li uscivano sui 30 B-17 al giorno! Cifre da paura!

Prendiamo la nostra auto e ci dirigiamo verso Seattle per proseguire la nostra visita della città.
Guarda le foto.

Seattle

Ci si risveglia nella grande città statunitense, il tempo non sembra dei migliori. Io ancora ho difficoltà a capire come girare, i sensi unici stranamente mi mettono in difficoltà qua, mi fanno venire la labirintite. Strano. Comunque facciamo una veloce colazione da Starbucks e ci dirigiamo verso lo Space Needle. Qui prendiamo la monorotaia per andare in centro. Questo mezzo ha solo due fermate ed è stato fatto per l’expo, come la torre che caratterizza la città. Arrivati qui ci dirigiamo verso il mercato, prima di arrivarci però, Valeria deve trovare l’Escala, il grattacielo fulcro dei racconti di una serie di romanzi che non oso commentare, per fare delle foto per la sorella, fan dei libri… Non è facile trovarlo, molti a cui chiede non hanno idea di dove sia, poi grazie al Wi-Fi di uno Starbucks troviamo l’indirizzo: è a 100 mt da noi…
Svolto il compito ce ne andiamo al mercato: un bordello galattico! Una marea di bancarelle che vendono principalmente frutta e pesce, ma si trova di tutto. Ci facciamo un bel giro e cerchiamo anche la prima caffetteria della catena Starbucks, una coda allucinante per entrare. La guardiamo solo da fuori e ci facciamo delle foto.
Andiamo anche nel piano sotto al mercato dove ci sono una miriade di negozi, tra cui uno dove perdiamo un po’ di tempo: non saprei come definirlo, una marea di gadget su film e telefilm, un posto da nerd insomma. Ad avercelo qui un posto del genere…
Ci perdiamo ancora nel carnaio sopraffatti da odori di pesce, frutta, cibi fritti in una cacofonia di suoni, lingue diverse, richiami di venditori…
Per ora di pranzo decidiamo di procedere al Museum of Flight, torniamo da questa meravigliosa avventura verso le 18. Parcheggiata la Jeep andiamo in direzione opposta rispetto al mattino. Torniamo allo Space Needle, l’idea era di salire su al tramonto, ma una volta arrivati in zona mi viene un’idea pazza: Ride the Ducks! Non sapete cos’è? Un mezzo anfibio con venti/trenta turisti ed alla guida un pazzo. Si, un fulminato che fa da guida per la città, un’ora lungo le strade ed una mezz’oretta nel lago. Ne avevamo incrociato qualcuno nelle ore precedenti, e non so come decidiamo di prendere l’ultima corsa, quelle delle 19.
L’accesso è una scaletta di poppa, si sale e si prende il posto assegnato. Quando sono tutti su, parte la musica ed il comandante sale facendo il suo show, ed interagendo con la gente! Piglia per il culo un po’ tutti, io un po’ impanicato cercando di non essere beccato, l’accento è un po’ strano e non capisco il 100%. Me la cavo con un “Quack Quack”, Valeria è all’esterno e si salva. Dopo un po’ di show si parte, ma si è solo all’inizio. Non si fa a tempo a partire che fa il provolone con una ragazza che passa di li, questa a dir poco imbarazzatissima sta un po’ al gioco. Tutto il giro è così: casino, descrizione di qualche punto importante della città casino, interazione con ignari passanti, pubblicità di vari locali… In un’oretta ci traghetta attraverso la città, e tra una risata e l’altra e con una colonna sonora personalizzata ci fa vedere le parti importanti della città. È ora di raggiungere l’acqua e spinge il mezzo al massimo (36 MPH), un bordello…

Si entra nel Lake Union  e ci vediamo una splendida città al tramonto. Abbiamo scelto l’orario migliore per la visita. La mezz’ora nell’acqua passa in un attimo ed è ora di rientrare. Lasciamo una generosa mancia al nostro intrattenitore e decidiamo di andare a cenare nel posto di ieri sera, ci siamo trovati bene e non vogliamo rischiare. Attraversiamo la città nuovamente e raggiungiamo ancora il mercato, e da qui il bar. Ormai sappiamo cosa ordinare e mangiamo abbastanza velocemente. Ci fermiamo a fare alcune foto coi maiali ed andiamo a riposare, la giornata è stata bella intensa oggi, e domani sarà tosta!
Guarda le foto.

mercoledì 7 agosto 2013

Lakeview

La prima destinazione che avevamo in mente dopo la visita alla Boeing era il museo del volo a sud di Seattle, purtroppo non avevamo fatto i conti con l’orario di chiusura ed il traffico infernale. Decidiamo di andare a vedere il cimitero dove dimorano Bruce e Brandon Lee. Arrivarci non è difficile, grazie al navigatore, peccato per la strada che prendiamo! Ha una pendenza da paura una stradina che prendiamo, saranno 300 metri ma non si vede la fine, temo il ritorno. Preferisco le salite alle discese! Comunque arriviamo al cimitero e ci mettiamo qualche minuto a capire dove possiamo parcheggiare.
Il cimitero è molto diverso dai nostri, è quasi rilassante parcheggiare qui. La ricerca della tomba non è facile, non ci sono indicazioni, pertanto camminiamo e  dopo un venti minuti buoni la troviamo. C’è un tipo seduto li che legge, ci indica le tombe e dopo poco se ne va. A quanto pare è l’autista di alcune vecchiette che sono venute a visitare i loro defunti, e lui le attende all’ombra vicino alle tombe di padre e figlio famosi.
Facciamo qualche foto dopo aver osservato le due lapidi, e ce ne andiamo alla macchina per un’altra via, rischiamo di perderci vista la dimensione del cimitero ma alla fine torniamo alla nostra macchina.

Impostato il navigatore, partiamo alla volta dell’hotel che si trova proprio in centro. Odio guidare nelle città, e questa città è un senso unico ovunque! Facciamo vari tentativi per raggiungere il nostro hotel, ma alla fine ci arriviamo. Il parcheggio è sottoterra, e girarsi coi loro macchinoni non è semplice, ma alla fine parcheggio senza problemi. Anche qui i gestori sono orientali, e non sembrano essere molto cortesi. In più il wi-fi non funziona ma loro dicono che funziona perfettamente. Abbiamo i nostri dubbi visto che abbiamo provato con vari dispositivi, ma pazienza. Il frigo non c’è in camera, e la stanza è davvero piccola. Sistemando scopriamo dietro alla TV un sacchetto con vari fogli, tra cui qualcosa di legale. Lo portiamo alla reception ma come niente fosse. Qui le pulizie le fanno un po’ a capocchia, ad occhio!
Usciamo subito dalla camera, o meglio scappiamo. La prima cosa da fare è un compito strano. Depositare degli oggetti in una scatola. Non sapete cos’è il Geocaching? Informatevi!
Dopo una mezz’ora abbiamo trovato la scatola cercata dall’Italia e depositati i nostri oggetti, per permettere loro di girare il mondo, ci dirigiamo verso un punto inconfondibile: lo Space Needle.
Qui sotto riusciamo a recuperare una cartina della città, dato che non abbiamo una guida, ed una connessione a scrocco. Facciamo qualche foto e poi cercare di trovare un posto dove mangiare, dato che la fame è tanta. La città non è grossa al centro, e pertanto cerchiamo di andare in un ristorante in zona Mercato, il vero centro della città. Grazie a cartina ed aiuti da parte di una gentile signora raggiungiamo il posto. È forse il locale dove mangiamo meglio qua!

Dopo aver cenato decidiamo di fermarci poco a fotografare la parte più caratteristica della città, vi ritorneremo domani col bel tempo e la vita, che contraddistingue il posto!
Guarda le foto.

Boeing Factory

Ed eccoci alla prima sveglia negli states! La destinazione è una: la Boeing, abbiamo prenotato mesi fa la nostra visita alle 10.30 di questa mattina. Trasportiamo tutte le nostre valigie in auto e facciamo check-out in pochi secondi. Ci sarebbe la colazione compresa, ma è meglio lasciarla li… Salto da Starbucks ed ordiniamo una veloce colazione. Mentre torniamo in auto tiriamo fuori la prenotazione e Valeria si accorge che c’è scritto di essere li almeno 30 minuti prima, mancano 35 minuti e siamo a 10 miglia, non ce la faremo mai. Corro al limite del codice ed arriviamo in 15 minuti, ed una volta arrivati scopriamo che è una raccomandazione, chiamano solo 5 minuti prima il gruppo…
Come richiesto lasciamo tutto in auto, non sono consentiti cellulari, macchine fotografiche, videocamere, nulla di nulla. Onde evitare problemi decidiamo di portare dietro solo le chiavi della macchina. Diamo un occhio al posto e vediamo un po’ di modellini di aerei dentro una bacheca, tutti ovviamente targati Boeing. Ci chiamano e ci sediamo, ci hanno dato in numero per dividerci in gruppi. Noi siamo nel gruppo uno. Arriva una delle guide e ci fa un’introduzione, ci rammenta ancora la storia dei vari dispositivi elettronici e ci informa che se ce li trovano verranno sequestrati. La motivazione che ci danno è che se uno di quei cosi cade in testa ad un operaio si fa parecchio male. Fanno partire un video di una decina di minuti durante i quali chi non ha provveduto prima può andare in bagno. Finito il video ci imbarchiamo sul bus ed entriamo nella fabbrica/aeroporto. La prima catena di montaggio che vediamo è quella del 747-800, alcuni cargo e pochi passeggeri. La guida ci spiega cosa stanno facendo nelle varie parti, a che punto sono della costruzione etc. Un giro ben fatto, al di sopra di quasi tutto ed in una struttura creata per una visita guidata.  C’è da dire che è un gran bel bestione, e che è un gran lavoro quello che c’è dietro alla sua costruzione!
Dopo una ventina di minuti ci fa riprendere l’autobus per recarci alla catena di montaggio del 777 e successivamente 787 Deamliner. Questi sono un po’ più piccoli ma la visita è bella comunque. La guida è piuttosto precisa e sa come mantenere l’attenzione dei visitatori. Sembra davvero di essere all’interno di uno dei vari documentari visti. Purtroppo non è facile vedere la movimentazione di qualcosa dato che non avviene spesso viste le dimensioni, ma abbiamo la fortuna di vedere in anteprima il primo 787-900 che uscirà dalla fabbrica in poche settimane per i voli di prova. Il tempo vola letteralmente durante la visita in quest’immensa fabbrica e giunge il tempo di ritornare al punto di partenza. Ovviamente ci scaricano allo store dove ci lascio un 130$ in souvenir vari…
Finita la visita e lo shopping lasciamo in auto gli acquisti e ci dotiamo di macchine fotografiche. Riusciamo ad immortalare decollo ed atterraggio di un 747 passeggeri di Lufthansa e vari altri decolli ed atterraggi. La cosa strana è che magari vedi atterrare un Cessna  poco prima di un 747!

Fatte le nostre foto decidiamo di partire alla volta di Seattle, ma prima proviamo a fermarci nel piccolo museo storico della Boeing, ma visto il tempo limitato ed i pochi modelli presenti decidiamo di fare due foto da fuori prima di procedere alla prossima tappa
Guarda le foto.

martedì 6 agosto 2013

Da Gastown agli States

Abbiamo dormito un bel po’… Ora decidiamo di andare a fare colazione in uno Starbucks li vicino più che altro per scroccare un po’ di connessione per contattare l’Italia. Avevo guardato il giorno precedente e non era molto distante. Ci arriviamo senza troppe difficoltà, ed in quel breve percorso ci accorgiamo già che la città non è più in festa, c’è molto più traffico, sebbene sia molto distante dalla nostra idea di traffico!
Contattata casa, Valeria tramite Skype ed io tramite email, raggiungiamo nuovamente la fermata della metropolitana leggera, tanto abbiamo il permesso di lasciare l’auto fino al pomeriggio nel parcheggio dell’hotel. Arrivati in città, stessa fermata del giorno prima, ci dirigiamo verso la parte “antica” della città, Gastown. Ci sembra molto diversa dalla città del giorno prima, anche se siamo a poche centinaia di metri. L’impressione è che sia fatta per i turisti. Attrazione del posto è l’orologio a vapore che ogni 15 minuti suona qualche nota attraverso gli sfiati di vapore. Una cazzata, magari, ma sanno come valorizzarla. Arriviamo a vedere la statua di Gassy, il fondatore della cittadina poi inglobata in Vancouver. Facciamo un po’ di shopping, e cerco di connettermi coi ragazzi di Vancouver, dovremmo cenare insieme, ma l’assenza di connessioni ci rendono il compito difficoltoso. Fortunatamente tra un Hot spot e l’altro riusciamo sentirci e la cena si trasforma in un pomeriggio a Central Park, non quello di NYC ma quello di Burnaby.
Decidiamo allora di pranzare in città e poi di proseguire all’incontro, avendo saltato la cena e bevuto solo un po’ di cioccolata sono un po’ affamato, ed allora proseguiamo verso uno dei due The Keg del centro. La mia fame è da lupi, ed il menù è un po’ diverso da quello dello scorso anno ma dopo 5/10 minuti siamo pronti ad ordinare. Una bella bistecca per entrambi e Valeria scopre la loro limonata, che non è limonata ma Sprite con succo di limone, che apprezza tanto!
Finito il pranzo decidiamo di andare a riprendere l’auto e facciamo un giro ad un WalMart, la guida ora è affidata a Valeria che si lamenta come al solito quando guida qualcosa di diverso, soprattutto in città! Ma alla fine si trova abbastanza alla guida della Jeep. Facciamo due passi e guardiamo un po’ di roba, è la nostra prima visita ad un WalMart da un anno, Io sto per prendermi un BBQ a gas che ti tirano veramente dietro, da noi costerebbe parecchio di più! Sono quasi le 15, ora di ritrovo con un po’ di italiani al Central Park. I primi che conosciamo sono una coppia (zio e nipote) sardi, un’avanscoperta per una probabile emigrazione/immigrazione e poi una famiglia parmigiana in vacanza per un mese nella calda città Canadese. Nel mentre arrivano anche Jle e Diego.
Ci addentriamo nel parco e vediamo un po’ di scoiattoli piuttosto intraprendenti. Si chiacchiera un po’ di tutto, ma più che altro i due ragazzi sono interessati da domande su emigrazione in Canada. Personalmente sono molto interessato, ma mi sforzo di parlare d’altro. Alla fine avranno una serie di persone che li contatta per queste cose e preferisco non stressarli troppo. Preferiamo chiedere cose sulla zona, su come si trovano loro li e ci viene chiesta qualche info sul nostro giro da li alla fine della nostra vacanza. Nel mentre siamo immersi nella natura e ci sono un po’ di scoiattoli, oche e corvi che ci girano intorno. C’è uno strano scoiattolo nero che ci gira intorno e si trascina in modo strano prima di riprendere a correre normalmente!
Finita la piacevole chiacchierata coi ragazzi dobbiamo ripartire verso gli States, dormiremo ad Everett stanotte, e la distanza è abbastanza, anche se a noi sembra più corta.
Perdiamo poco meno di un’ora ad attraversare il confine, la maggior parte del tempo la perdiamo all’interno della stazione di frontiera degli Stati Uniti per ottenere il visto turistico di tre mesi, l’agente che ci capita è molto simpatico. Mentre compiliamo i moduli ci fa parecchie domande sull’Italia, lui è ha lavorato con un cuoco italiano a Frisco. Si interessa del mio lavoro e guarda su internet dove voliamo. Alla fine ci rilascia il visto e ci manda a pagare i 6$ a testa, dandoci precise informazioni sul visto e su dove lasciarlo. Dopo di noi c’è un ciclista canadese che se la cava in pochi minuti, infatti ci passa davanti alla macchina ad uno stop mentre ci reimmettiamo nel traffico normale. L’agente ci ha anche raccomandato di fare attenzione ad Everett, seguiremo sicuramente il suo consiglio!
Riprendo la guida, ma le miglia da fare sono molte di più del previsto, sulla cartina sembravano vicine!
Arriviamo all’hotel che ha fatto buio, le procedure di registrazioni sono veloci ed il personale è molto cortese. Usciamo subito e mentre cerchiamo un posto dove mangiare qualcosa vediamo dei fuochi artificiali, provo a dirigermi verso di loro per vederli, ma finisco dietro lo stadio, dove si vedono comunque bene. Poco dopo decidiamo di andare a cercare un posto aperto, per spiluccare qualcosa prima di andare a letto, ma la ricerca non è semplice, sembra tutto chiuso. Vado in un locale indicato da Valeria (l’unico che non è un fast food). Per farvi capire com’era vi dico che nemmeno le patatine fritte erano buone…

Paghiamo ed andiamo all’hotel che è poco distante, a fatica parcheggio il mezzo, visti gli spazi ristretti e ce ne andiamo a riposare. Domani sarà una giornata super!
Guarda le foto.