mercoledì 24 agosto 2011

Rientro

Abbiamo dormito pochissimo, ma è ora di andare. Lasciamo l’hotel e la strada da fare è poca per l’aeroporto. Non c’è casino per la riconsegna dell’auto, anche se è un po’ un casino trovare i car rental. Ovviamente nessun problema con la nostra Taurus e proseguiamo con la navetta al check-in aeroportuale. Arriva il nostro turno e ci sono dei problemi con la prenotazione, deve intervenire la manager e la cosa si risolve in una decina di minuti. Un errore del sistema sulla nostra prenotazione, ma non ho ancora capito cosa. Pago con la carta il sovrapprezzo del bagaglio e ci dirigiamo ai controlli. Il nostro volo per Newark non ha ritardo, e noi siamo in anticipo. Ultima colazione da Starbucks in attesa che chiamino il volo. Saliamo sull'aereo velocemente e decolliamo. Mentre siamo in volo vediamo un po’ di agitazione tra i passeggeri: alcuni pagano per avere la tv via satellite e così facendo scoprono che nella zona dove dovremo atterrare noi c’è stato un terremoto e la torre di controllo è anche stata evacuata. Dopo poco il comandante ci informa della veridicità della cosa, ma ci dice anche che al momento il pericolo è cessato e che le operazioni sono riprese regolarmente. Li non ci sono stati danni. Pensiamo che avremmo rischiato di fare una notte in più in America! Atterriamo praticamente puntuali, andiamo alla zona transiti e senza fare altri controlli raggiungiamo il gate del volo che ci riporterà a Malpensa. Purtroppo iniziamo a trovarci in mezzo ad un po’ di viaggiatori italiani che si lamentano di mille cose, tra cui i posti non vicini, cosa che noi avevamo selezionato a febbraio, ma c’è ancora tanta gente che non sa come viaggiare ed a cui piace incolpare gli altri delle proprie mancanze. Anche questo volo viene imbarcato e parte puntuale. Il volo è tranquillo, tant'è che Valeria mangia (due pasti addirittura) e se la dorme fino a casa, io come al solito non so come far passare il tempo, ma alla fine il volo non è lunghissimo ed atterriamo a Milano. È mattina qui, mentre per noi è ancora notte. Io sono stanchissimo e ce ne andiamo a casa mia a riposare qualche ora dopo aver mandato un messaggio ai genitori dicendo che siamo ancora vivi e che ci vedranno più tardi. Doccia, nanna e rientro alla normalità!

Grazie di averci seguito ed alla prossima vacanza!

lunedì 22 agosto 2011

Bryce Canyon

Ed eccoci all'ultimo giorno. Siamo pronti a vedere il nostro ultimo parco. Partiamo e lo raggiungiamo in davvero poco. Questa deviazione la devo ai miei colleghi, ed arrivato sul posto capisco che dovrò ringraziarli tantissimo per il suggerimento! Il posto è magnifico. Devo dire che personalmente lo trovo quasi più bello del Grand Canyon. I colori, le forme, tutto. Scegliamo uno dei sentieri che ci sono e lo percorriamo con altra gente che ci segue e che seguiamo. Non c’è troppa ressa, e ce lo godiamo. Mentre siamo giù vediamo che si avvicina un temporale, ma ormai siamo giù e decidiamo di seguire il percorso, il tempo per risalire è lo stesso! Ne approfittiamo per fare delle bellissime foto, il contrasto del rosso delle rocce sulle nuvole temporalesche è spettacolare! Quando siamo arrivati quasi in cima inizia a piovere, la nostra prima lavata della vacanza! Raggiungiamo la macchina inumiditi e con questa raggiungiamo il negozio di souvenir, e nel frattempo ha smesso di piovere. Soliti acquisti e poi quando è ora di andare ci accorgiamo che piove ancora, allora lascio Valeria con gli acquisti al negozio e vado a prendere la macchina a qualche centinaio di metri da li, e vado a prenderla giù dalle scale del negozio.
Partiamo con direzione Las Vegas, dove l’indomani prenderemo il nostro volo che ci riporterà a casa. Dopo poche miglia il tempo migliora e ritroviamo il sole. Lungo la strada decidiamo di fare una sosta non preventivata al Parco Nazionale di Zion, pensavamo di non poterlo visitare ma scopriamo che lungo la nostra strada c’è un accesso secondario al parco che non è collegato alla parte principale del parco. Prendiamo l’uscita ed arriviamo al parcheggio alla fine della strada in una ventina di minuti. Due passi anche qui, foto ma a questo punto bisogna tornare alla città. In poche ore raggiungiamo l’hotel, il tizio della reception ci chiede di noi e del nostro giro, gli diciamo che sarà l’ultima notte visto che abbiamo il volo l’indomani. Ci lascia una suite che è una figata! Vasca in camera, doppi lavandini, sembra di essere dei ricconi! Purtroppo abbiamo da fare tutte le valigie, abbiamo comprato una valigia in più per contenere i vari souvenir, acquisti e regali. Pagheremo 50€ in più ma vogliamo stare tranquilli. È dura fare star tutto bene, peso le valigie per avere un carico equilibrato e poi lo carichiamo in auto, la sveglia sarà all'alba e così avremo da portarci appresso solo il bagaglio a mano. Si va a letto quasi alle 2 e la sveglia è alle 6!


domenica 21 agosto 2011

Il giorno più lungo

Questo è stato il nostro giorno più lungo. Purtroppo a causa del poco tempo e delle tante cose da vedere abbiamo dovuto fare un giorno super, pieno di progetti di cose da fare, che però non è riuscito bene, purtroppo.  Avendo avuto la possibilità avremmo fatto un giro diverso con un paio di altre notti: Page ed Antelope Canyon con spostamento verso La Monument Valley, giorno dopo Monument con calma e spostamento verso Arches National Park e Canyonlands National Park, poi uno o due giorni nei parchi ed infine spostamento verso il Bryce Canyon.
Purtroppo giorni in più non ne avevamo e abbiamo dovuto provare a fare l’impossibile. Al mattino dopo la sveglia siamo andati a fare colazione in un Diner quotato bene su Tripadvisor. Affettivamente ci siamo trovati bene ed il posto era a poche miglia dalla nostra prima destinazione.
Mangiato un buon Pancake ci siamo diretti verso l’Horseshoe Bend, pochi minuti e troviamo il parcheggio. Da li dobbiamo farci una passeggiata di massimo un chilometro fino al bordo del sito. Non è molta strada, ma personalmente l’ho sentita parecchio, vuoi per il gran caldo che già a quell'ora gravava sulla zona, vuoi per il percorso in sabbia che ne aumenta la difficoltà. Fatto sta che arriviamo e valutiamo immediatamente che ne è valsa la pena, il posto merita davvero tanto! Al solito foto della zona, ma con l’orologio in mano. Dopo massimo mezz'ora dobbiamo tornare sui nostri passi e ripartire. Appena giunti alla macchina ci sta una sosta acqua fresca ed uno svuotamento scarpe che sono piene di sabbia rossa. Facciamo rotta verso l’Antelope Canyon visto che siamo nella tarda mattinata ed il momento migliore per vederlo è il mezzogiorno. Entriamo e paghiamo l’accesso, tipo 8$ a testa. Ci parlano di guidi gli indiani che gestiscono il posto ma rispondiamo di no, noi vogliamo fare un salto veloce, due foto, momenti di ammirazione di ciò che Madre Natura ha fatto e poi via. Purtroppo una volta parcheggiato scopriamo che non è possibile raggiungere il sito in autonomia ma solo con una visita guidata dagli indiani, con tanto di Jeep. Un po’ incazzati, in quanto la cosa non è specificata e nemmeno detta al momento dell’ingresso. Praticamente gli 8$ di accesso servono solo per parcheggiare l’auto, altro non si può fare senza pagare gli oltre 60$ a testa per la visita guidata. Desistiamo, non tanto per la spesa, ma più per l’incazzatura e per il fatto che la visita ci porterebbe via più di due ore, se non tre, e questo ci farebbe cancellare sicuramente la Monument Valley. Partiamo e ce ne andiamo verso est alleggeriti di 16$ dai simpatici indiani.
Dobbiamo guidare per un paio d’ore per raggiungere la Monument, ma ci arriviamo senza problemi. Il pomeriggio è ormai iniziato da un po’ e fa parecchio caldo. Ci fermiamo quasi all'ingresso e facciamo un po’ di foto. Dobbiamo decidere se entrare a fare il giro o accontentarci della (comunque magnifica) visione che abbiamo da qua. Optiamo per la seconda, in quanto già un po’ provati per la guida ed il caldo e le cinque ore di guida che abbiamo davanti, prima di raggiungere il prossimo hotel. Perciò qualche foto, piccole soste mentre ci si allontana e ci dirigiamo verso il Bryce Canyon. Dobbiamo ripassare per Page, e qui ci accorgiamo che qualche giorno in più sarebbe proprio servito, mannaggia a Valeria!
Oltrepassiamo Page e ci fermiamo sulla diga che ospita un raro esemplare di Therizinosauro, sosta souvenir e foto e poi si riparte. Siamo a metà del nostro viaggio, ma qui il panorama cambia un po’, è un po’ meno desertico ed un po’ più verde. La guida in strada è tranquilla, a parte un piccolo spavento dovuto ad un cervo in mezzo alla statale! Mi raccomando, seguite le indicazioni per i limiti e fate attenzione ai cartelli! Poco prima avevamo visto il cartello relativo e ce lo siamo visto dopo un dosso! Fossimo andati oltre i limiti avremmo rischiato seriamente di investire la bestiola! Lungo la strada vediamo anche un arcobaleno ed il tramonto, quando ormai siamo quasi arrivati, avremmo anche potuto vedere il canyon al tramonto se fossimo arrivati un’oretta prima. Dicono che sia il top al tramonto ed all'alba!
Abbiamo qualche difficoltà a trovare il nostro hotel, che ha un nome leggermente diverso, ma alla fine raggiungiamo il posto. Caruccio e tranquillo. Dopo esserci lavati noi decidiamo di fare il nostro ultimo bucato. Valeria va a cambiare un po’ di monetine per le macchine e così ci passa quasi un’ora. Ora abbiamo un po’ di fame ed andiamo a mangiare li vicino, un posto dove dovremmo andare a fare colazione l’indomani, convenzionato con l’hotel. Ci accoglie una signora gentilissima, ma la caratteristica che ci lascia basiti è la stazza. Mai vista una persona dal vivo così grassa. Ci consigli una buonissima bistecca. Paghiamo e ce ne andiamo a dormire, il prossimo giorno sarà l’ultimo della nostra vacanza…


sabato 20 agosto 2011

Regalo di compleanno

Ed ecco la sveglia! Oggi giornata importante, per Valeria è ora di riscuotere il regalo di compleanno, ha dovuto aspettare una quindicina di giorni ma mi sa che ne è valsa la pena! Cos'è? Eh, un bel giro sul Grand Canyon in elicottero! Beh, mica potevo lasciarla sola! Si vive una volta sola!
Arriviamo con ampio anticipo sull'ora di partenza, ho scelto il primo giro del giorno dopo un’attenta lettura di una miriade di forum di gente che c’è già stata. Il problema di prenderlo alla sera è che se il tempo non è dei migliori il giro viene cancellato, mentre quelli del mattino vengono ritardati. Di notte gli elicotteri non possono volare sul Grand Canyon! E poi avremmo il giorno libero per girare a nostro piacimento il South Rim. Arriviamo e lasciamo tutto in macchina escluse macchine fotografiche e videocamera, oltre naturalmente ai documenti! Check-in con pesata, per il corretto bilanciamento del mezzo. Noi dovremmo essere seduti davanti, ovviamente perché ho scelto di pagare un sovrapprezzo, ma è una cosa che farò una volta nella vita, e se poi non posso vedere molto mi girerebbero visto quello che ho speso!
Siamo nella sala d’attesa, ed arriva un tipo del personale di terra, e ci assegna i posti dopo averci fatto un briefing di sicurezza. Dopo che è scappato guardiamo i posti e vediamo che ci ha messi dietro! Ed ora? Dopo poco ci viene a chiamare tutti e fa segno di stare bassi, siamo in sei passeggeri, due davanti col pilota e quattro dietro. Ancora prima di riuscire a parlarci, ci fa scambiare di posto con gli altri, si è accorto dell’errore da solo. Bene, la cosa mi avrebbe dato fastidio, non per i soldi che mi avrebbero sicuramente rimborsato, ma per il disagio, ci tenevo tanto perché fosse perfetto! La movimentazione dei giorni ad un certo punto è diventata difficile visto che dovevo prenotare il volo, e le giustificazioni un po’ dure da dare a Valeria in quanto lei non doveva sapere nulla! Ma ormai tutto è passato, saliamo in cabina e ci chiudono la porta. Il pilota, molto probabilmente tedesco dall'accento ci fa allacciare le cinture e mettere le cuffie. Una volta messe le cuffie ci saluta e chi chiede le nazionalità, avendo tre lingue ci dice che la nostra non sarà completa visto il tempo, rispondiamo che in inglese va bene comunque. È ora di partire, chiede l’autorizzazione, sposta la manetta e ci alziamo a pochi metri dal suolo. È la mia prima volta in elicottero e devo dire che è molto meglio di quello che pensavo, non sembra nemmeno di muoversi, il tutto è molto stabile. Finalmente ci alziamo e procediamo verso il canyon. Vedere il bordo avvicinarsi, e poi il canyon precipitare sotto di sé è una sensazione che non si può descrivere! Il Colorado è li, parecchi metri sotto e tutto quello che vedete è merito suo… Non so che altro dire, i 45 minuti di volo sono a dir poco passati senza accorgersi. Un giro magnifico, l’unica nota che posso fare è che si rimane in quota, sarebbe bello scendere un po’ all'interno  guardare le pareti un po’ dal basso e non solo dall'alto  ma il giro è standard per tutti da quello che abbiamo visto. Ogni 5 minuti parte un elicottero e tutti seguono lo stesso percorso.
Alla fine rientriamo, felici del giro e della meravigliosa esperienza. Commenti non se ne possono fare, siamo estasiati. Alla fine prendiamo qualche souvenir e la foto che abbiamo fatto davanti al nostro elicottero. Dopo esserci ripresi partiamo ed andiamo verso il parco, piccola sosta al market per il ghiaccio e poi una volta entrati prendiamo una navetta che porta dal Visitor Center all’Heremit Rest. Ci fermiamo quasi a tutte le fermate per fare due foto in ogni posto, mozzafiato… Purtroppo il tempo è tiranno e dobbiamo andare al prossimo hotel, pertanto raggiungiamo l’auto e ci dirigiamo verso est. Lungo la strada ci fermiamo ancora in vari punti panoramici, fino all'ultimo sul Grand Canyon, dove c’è una specie di torre. Dopo questa ultima sosta procediamo verso Page, prossima meta. Abbiamo un pochettino di strada, ma non troppa. Come sempre la guida è scorrevole ed il traffico quasi inesistente per i nostri parametri. Lungo la strada vediamo anche un arcobaleno, ed alla fine giungiamo poco dopo il tramonto all'hotel  È l’unico hotel non prenotato con booking in quanto ormai non c’erano più hotel prenotabili con cancellazione gratuita, pertanto l’abbiamo prenotato direttamente sul sito della catena. L’hotel è carino e Valeria mi porta a mangiare una bella “Streak” in un locale a due passi dall'hotel  Dopo aver mangiato bene e tanto facciamo due passi per la strada principale, dando un occhio alle varie agenzie viaggio, un po’ per pianificare il giorno successivo. I nostri due eroi sono ormai belli stanchi e se ne vanno a dormire nella stanza rinfrescata dalla beneamata aria condizionata!


venerdì 19 agosto 2011

Grand Canyon

Prima di entrare al parco decidiamo di fare un giro all'aeroporto per vedere aerei ed elicotteri, c’è un traffico spaventoso! Finalmente entriamo nel parco, solite cartine date dai Rangers ed andiamo a parcheggiare.
La visione è da mozzare il fiato, veramente grande! Impressionante la capacità degli americani a dare dei nomi: è un canyon ed è grande. Chiamiamolo Grand Canyon! Facciamo una marea di foto dal bordo, cammini e cammini e non cambia molto, bisogna avere una visione più ampia per vedere dei cambiamenti. Vediamo un bel po’ di animali in giro, alcuni amichevoli, altri più schivi. Le ore passano in un attimo, quasi da non rendersene conto. Appena la luce cala decidiamo di andare al nostro hotel, che per questa notte sarà appena fuori dal parco. Lungo la via vediamo una coda tremenda e pensiamo al solito traffico, ma dopo due minuti scopriamo motivo: due cervi ad una decina di metri dalla strada stanno brucando! Lancio fuori dall'auto Valeria, che ha la macchina fotografica con un tele, mentre io rimango in macchina pronto a partire in caso di problemi con i Rangers. Dopo un paio di minuti infatti arrivano, e ci fanno andare via, timori per le bestie non ne abbiamo avuti, sembravano infatti abituati ad avere gente a poche decine di metri ed infatti eravamo ignorati, come le decine di persone che stavano facendo la stessa cosa. Purtroppo l'esperienza deve finire, e capisco i tutori del parco, si stava creando traffico e potevano reagire in malo modo le due bestiole! Usciamo dal parco in pochi minuti e raggiungiamo l'hotel, il complesso è bello grosso, e nel piccolo centro ci sono parecchie attrattive. Prima di andare in hotel decidiamo, vista la quantità di persone, di andare a prendere i biglietti per il cinema IMAX a due passi dal nostro hotel. Presi i biglietti, a fatica, ci andiamo rinfrescare e poi andiamo a mettere qualcosa sotto i denti. La scelta è quasi obbligata ad un fast food e facciamo passare il tempo. Ormai è quasi ora di andare a vedere lo spettacolo. Giriamo alcuni minuti in attesa della chiamata del nostro spettacolo e ci sediamo. Per noi è la prima volta in un IMAX: ragazzi, è magnifico! Il film che proiettano è praticamente un documentario, e parla della scoperta del canyon. Veramente ben fatto ed anche se in inglese capiamo quasi tutto. Finita la proiezione la sosta allo store è d’obbligo! Un po’ di acquisti e poi a nanna, il giorno successivo sarà a dir poco unico…


Museo inaspettato!

Tutti allegri e pimpanti ci svegliamo, oggi andremo a vedere una meraviglia del mondo! Prima di metterci in viaggio decidiamo di fare una spesuccia, in quanto immaginiamo che in zona Grand Canyon i costi saranno più alti. Troviamo anche l’acqua frizzante, che ormai sembrava essere una cosa impossibile da trovare, almeno a cifre decenti. Non vado di sicuro a prendere la San Pellegrino li! Fatta colazione velocemente ci mettiamo in cammino. Dopo non molte miglia inchiodiamo, Valeria vede sulla strada un Connie. Subito non vuole far tardi, ma alla fine non abbiamo nulla di prenotato, al massimo se fa schifo perdiamo 5 minuti.
Scopriamo che è un museo, molto ben tenuto ed al momento ci sono solo un gruppetto di anziani signori che gestiscono il museo. Sono davvero cordiali ed oltre all'ingresso del museo decidiamo di acquistare la visita al Super-Constellation. Il museo è davvero bello, e per essere un qualcosa di più che secondario è fantastico, per quello che posso dire, rispetto a Volandia che è forse l’unico museo del genere che abbiamo in Italia, è decisamente migliore. Sia come qualità dei pezzi che come quantità!
Dopo aver scattato una miriade di foto ai numerosi pezzi all'interno  passiamo all'esterno sul piazzale, ed anche qui qualche pezzo ce l’hanno. Ma il top è il Connie! Fortunatamente c’è già una visita in corso e non dobbiamo andare a chiamare la guida, saliamo mentre gli altri stanno finendo e poi la guida riparte con noi due. Ci spiega che l’aereo è ancora volante, lo vengono ad accendere una volta all'anno e fa parecchio fumo in quell'occasione  l’ultimo volo l’ha fatto negli anni ’90 per arrivare li e da allora non si è più involato anche se potrebbe farlo. Ci dice che è un aereo militare e che in tre occasioni è stato l’Air Force One, cioè ha portato il Presidente degli Stati Uniti. L’ultima missione alla quale ha partecipato è quella dell’Apollo 11, per eventuale ricerca e soccorso. La visita prosegue e scattiamo un po’ di foto all'interno. Ovviamente si discorre con la guida che oltre ad illustrare l’aereo, rispondere alle domande ne fa anche. E come sempre sono tutti affascinati dall'idea dell’Italia.
Completato il giro ripassiamo nell'hangar  e poi allo store dove prendiamo un po’ di roba. Dopo aver “perso” un’oretta e mezza ci rimettiamo in cammino molto soddisfatti!

giovedì 18 agosto 2011

Diga e Route 66

Prima di lasciare la città andiamo a fare un po’ di colazione e di spesa, qui Valeria incontra, all'interno di un WalMart enorme, con file larghissime per i nostri standard, una signora che si lamenta per la ristrettezza delle corsie, e ci facciamo un paio di risate a pensare a quella signora in uno dei nostri supermercati! Finita la spesa cambiamo il ghiaccio e scopriamo che le bevande sono ancora belle fresche, questo frigo è davvero super! Abbandoniamo la città, ma non prima di aver fatto un giro in auto per tutta la Strip, e mentre io guido Valeria fotografa parecchi hotel. Di giorno è completamente diversa, cambia proprio aspetto!
Imbocchiamo l’autostrada e prima del confine con l’Arizona decidiamo di visitare l’Hoover Dam, un magnifico esempio di ingegneria degli anni ’30. Trovato un parcheggio facciamo due passi verso la diga, facciamo un po’ di foto, un po’ di acquisti al negozietto di souvenir e poi via verso Kingman dove facciamo un bucato e nel frattempo ci mangiamo una stupenda bistecca. Ormai ci siamo ambientati e ci sentiamo a nostro agio. Questo paese è quello in cui incontriamo la Route 66, la Strada Madre. Avrei voluto noleggiare un’Harley Davidson ma purtroppo non ci sono noleggi, solo rivenditori, ed ho cercato per mesi da casa, ma nulla da fare. Ci facciamo un pezzo di vecchia R66 fino a quando si unisce alla nuova e da li proseguiamo verso la nostra destinazione, la cittadina di Williams, dove la R66 si interseca con la strada che porta al Grand Canyon, svariate miglia più a nord.
Arriviamo al nostro Hotel facilmente, quattro chiacchiere col gestore, camera e classica doccia, con questo caldo è paradisiaca! Dopo la doccia usciamo ed è ormai buio, le strade non sono molto trafficate, vediamo un po’ di negozi di souvenir con tema la R66 ed andiamo a mangiare in un locale carino, purtroppo il primo che abbiamo scelto ci rimbalza perché troppo pieno e con un mezzo concerto. Ci prendiamo una bella birra, la prima della vacanza, cibo in stile messicano e musica country. Altra passeggiata e poi a nanna, domani sarà una giornata fantastica, vedremo una delle cose principali per cui siamo venuti qui, il Grand Canyon!


mercoledì 17 agosto 2011

La Valle della Morte

La sveglia non è troppo tardi, decidiamo di non fare colazione in hotel visto che le stanze sono economiche, ma tutto il resto no. Scegliamo uno Starbucks vicino ad un WalMart dove prendiamo qualche bevanda e del ghiaccio. Oggi sarà la giornata dove apprezzeremo di più il nostro fido frigo in polistirolo.
Dopo la veloce colazione impostiamo come destinazione il punto più depresso delle Americhe. La temperatura all'esterno è altina, ma con un filo di aria condizionata in macchina si sta davvero bene. Le due ore scorrono alla guida su tranquille strade, vedendo proprio certi scorci da film. Arrivati in zona vediamo subito che la temperatura inizia a salire vertiginosamente toccando il massimo a praticamente 60°C, qui decideremo di spegnere l’aria condizionata per non far alzare troppo la temperatura del radiatore, e si inizia a sudare. Visitiamo per primo il centro di Furnace Creek, e notiamo che questo è l’unico posto dove i Rangers  non hanno il casello in mezzo alla strada ma se ne stanno all'interno di una struttura rinfrescata. Qui sei tu che devi scendere ed andarti a pagare il biglietto di ingresso. Con la nostra tesserina ce ne andiamo a ritirare le cartine del parco e facciamo il piano di battaglia. Purtroppo oggi Valeria non è al top e tutto questo caldo sicuramente non aiuta. Scendiamo verso Badwater, ma prima ci fermiamo al “Campo da Golf del Diavolo”, questo è il nome tradotto. Non lo capisco ma il posto è davvero suggestivo. Fa un caldo porco, a tratti ci concediamo un po’ di aria condizionata tenendo d’occhio la temperatura dell’auto. Quando si esce è davvero dura, ma c’è da dire che almeno non è umido, si riesce a sopportare abbastanza, soprattutto se si sorseggia un the al limone gelato. Una goduria! Nel tornare indietro passiamo per una deviazione, la via degli artisti, ed i colori sono davvero stupendi! Varie soste, come al solito per foto, e poi via verso casa. Oggi non è molto giornata, purtroppo. Ci sarebbe da vedere il Natural Bridge e la Dante’s View, ma anche qui abbiamo la scusa di dover tornare per vedere meglio il tutto. Sulla via del ritorno ci fermiamo a fare il pieno, più che per la benzina per vedere questa stazione di servizio di Amargosa Valley infestata dagli alieni. Eh si, qui non siamo molto distanti dalla misteriosa base dell’Area 51 e c’è un po’ di merchandising. L’interno è molto pacchiano, facciamo benzina, paghiamo e chiediamo quanto dista l’Area 51 da qua. Ci vogliono alcune ore e siamo ancora ad almeno un’ora da Las Vegas. Lasciamo perdere, anche se ce lo appuntiamo come cosa da fare in un prossimo viaggio. Rientriamo a Las Vegas, Per strada notiamo dei cartelli che ci informano che siamo vicini ad un carcere e che non ci è consentito fermarci e soprattutto dare passaggio chicchessia. Strano cartello, ma ha un senso, e pure grosso.
Arrivati in hotel ci rinfreschiamo finalmente, e dopo un po’ di relax ci ributtiamo per un po’ nella mischia a vedere degli hotel, ma non per molto, in quanto la stanchezza della giornata si sente tutta!


martedì 16 agosto 2011

Las Vegas

Prima di lasciare l’hotel andiamo a fare una veloce colazione allo Starbucks all'angolo  poi carichiamo tutto in auto, ma facciamo pochi metri, ci fermiamo al “99 Cents Only Store”, ed al 7Eleven. Qui acquistiamo il ghiaccio, che non era disponibile al nostro hotel. Le bottiglie erano già a posto, pertanto le mettiamo a raffreddarsi. Prima di andare a Las Vegas vogliamo fare qualcosa in città, ed alla fine decidiamo di andare al museo di storia naturale, altro paradiso per Valeria. Devo ammettere che i musei qui sono tenuti veramente bene, e che l’afflusso di gente è considerevole, altro che i nostri musei! Qui sanno come attirare la gente. In Italia ho sempre considerato i musei dei posti noiosi, mentre qui mi accorgo che possono essere visti come un’attrazione. Puliti, pieni di oggetti unici e rari, pieni di cultura, interattivi, dinamici. Sono praticamente uno show! E mi chiedo come cacchio possiamo avere noi musei e rovine senza pubblico e/o in condizioni pietose. Abbiamo cose che ci sono solo qui, e potremmo avere delle file di chilometri, invece… Ma lasciamo perdere che vado fuori tema e mi faccio solo il sangue amaro! Cosa si è visto ve lo può descrivere decisamente meglio Valeria, io vi posso semplicemente dire che sono state delle ore fantastiche a vedere resti di animali mastodontici ed ad ascoltare Valeria che conosceva praticamente anche l’ora a cui andavano in bagno!
Usciti da li abbiamo cercato il museo della scienza e della tecnica che doveva essere li vicino, ma scopriamo che è in fase di trasloco e si possono vedere alcuni aerei dall'esterno  Ci facciamo una passeggiata e decidiamo di partire verso Las Vegas. Per strada facciamo una sosta a Barstow (grazie a consigli letti su di un forum), all’Outlet semi deserto, dove io faccio acquisti di Levi’s a basso costo. Con circa 130€ mi porto a casa 3 paia di jeans e due cinture in pelle, Valeria fa piccoli acquisti. Purtroppo ci sono cose in supersaldo (tipo jeans a 15$, ma con taglie che sono o troppo grosse o troppo piccole, peccato!). Piccola sosta benzina, e qui inizio ad accorgermi della veridicità del consiglio ricevuto: “fai attenzione che gli indiani ti fregano”, effettivamente mi fermo in una loro stazione di servizio e la benzina è una volta e mezza il normale. Decido di fare 10$ e tirare fino a Las Vegas. Arriviamo ad una cinquantina di miglia da Las Vegas, il sole è calato e vediamo un fascio di luce di fronte a noi, e ci chiediamo se viene dalla città a cui siamo diretti, ma escludiamo la cosa in quanto è troppo lontana. Alla fine scopriamo che è proprio Las Vegas e precisamente la Piramide! Arrivati in città per prima cosa facciamo il pieno, il serbatoio è parecchio vuoto e qui la benzina costa meno, in quanto in Nevada le tasse sono basse, penso per via del gioco d’azzardo. Già dal benzinaio vedo parecchie slot, e mi rendo conto di essere proprio a Las Vegas. Non con troppa difficoltà raggiungo il nostro hotel, il Flamingo, più difficile è raggiungere il parcheggio in mezzo al casino, ma alla fine ce la facciamo. Saliamo un po’ sui classici piani inclinati che si vedono in tanti film americani, e saliamo parecchio per trovare un posto libero.
Scendiamo, fa veramente tanto caldo e raggiungiamo la reception, andiamo in camera e notiamo che è decisamente molto più bella delle precedenti, anche se l’abbiamo pagata pochissimo. Mi hanno infatti detto che qui gli hotel non costano nulla in settimana e sono veramente belli. Ora che ci sono lo posso dire anche io! Raggiungiamo la camera e vediamo slot ovunque, la camera è veramente bella. Dopo la doccia si va a fare un giro per le strade, e qui c’è davvero una fiumara di gente! Lo spettacolo di notte in questa città è una cosa indescrivibile, bisogna vederla. Non che mi piaccia in sé, ma secondo me è l’estremizzazione del concetto che abbiamo noi di America. Qui è tutto eccessivo, pacchiano. Ma ci sta, è quello che ha creato la città e l’ha resa famosa. Giriamo per qualche ora fino a raggiungere la Piramide e poi torniamo indietro all'hotel  domani ci aspetta la valle della morte…

Eccoci giunti a "Sin city", la città del peccato, come viene soprannominata! Che impressioni mi ha dato? Diciamo che già da molto lontano, percorrendo la Interstate 15, prima di entrare nella  contea di Clark, viene annunciata da mille cartelloni luccicanti che lampeggiano tra un ranch e l'altro.
Dopo oltre 400 km di strada siamo arrivati a destinazione con il buio, abbiamo attraversato la vasta periferia e guidati da un fascio di luce verticale  proveniente direttamente dalla Strip siamo arrivati al cuore di questa oasi nel deserto.
L'aeroporto è vicinissimo al centro della città, una fugace occhiata alle piste, visto che da lì poi dovremo ripartire e in meno di 5 minuti siamo sulla Strip, 5 corsie per senso di marcia! Qui proprio il senso della misura è una parola sconosciuta! Vedo Andrea in deficit di riflessi, visto che l'ora è tarda e abbiamo guidato tanto, ma dando retta alle poche indicazioni troviamo il nostro silos per parcheggiare.
Lasciata la Taurus al 7imo piano (esatto, non sto scherzando!), trasciniamo i bagagli sulle lunghe passerelle ed entriamo nella hall del Flamingo, il terzo resort in ordine di apertura dagli anni 40. La differenza di temperatura tra esterno (+45°) ed interno con aria condizionata da freezer ci mette a dura prova!
Lo stile dell'hotel è un po' da Miami Beach, con palme, cascate, piscine ovunque e cappella per eventuali nozze! Ci danno una camera al 12imo piano, una Signora Camera, con vista sul parco interno e  arredata in stile moderno e di superlusso.
Scendiamo con i turboascensori tutti rivestiti di specchi, velluti e pavimento maculato e facciamo visita al piano del casinò giusto per capire un po' come funzionano le cose in questa città.  Usciamo e passeggiamo nella torrida Strip, un fiume di persone che si fa vasche da cima a fondo, altre che ti danno biglietti di strippers a domicilio e coupons di spettacoli per adulti, altri fumano e ne bevono di ogni. Rispetto alla puritanissima California qui non proibiscono di certo i vizi!
Ci attende un altra notte qui a Las Vegas, prima di ripartire per la seconda metà del viaggio, ma  ora capisco perché proprio qui ci hanno ambientato ben 13 serie di CSI! 


lunedì 15 agosto 2011

Los Angeles

Oggi tutto il giorno in città, per prima cosa decido di portare la bimba a La Brea, non sapete cos'è? Penso che possa spiegarvelo meglio Valeria *. Da quello che ho capito è una pozza di catrame in cui sono caduti nei millenni precedenti parecchi animali, ed ora hanno tirato fuori un botto di ossa in buono stato ed hanno fatto un museo accanto alla pozza. Il paradiso degli appassionati di vecchie ossa!
Arriviamo e parcheggiamo in zona, è a pagamento ma non ho voglia di impazzire troppo a cercare altri posti. Il parco è bello grosso e da subito si sente una puzza di catrame bella forte. Facciamo foto alla pozza e poi entriamo, ormai l'ho persa, gira da una bestia all'altra sparando nomi latini di bestie ormai estinte e spiegandomi anche cosa mangiavano a colazione! Scherzi a parte è davvero bello vederla così contenta di visitare un posto che sognava di vedere fin da bambina! Visto il tutto decidiamo di andare a vedere i Fox Studios, ma dopo aver girato quasi tutto il perimetro, ci ferma una guardia e ci spiega che purtroppo non è possibile effettuare visite. Chiacchieriamo per almeno un quarto d'ora, è molto gentile e dispiaciuto della cosa, anche lui ha qualche radice in Italia e ci chiede che giro stiamo facendo. Un po' tristi ci dirigiamo verso la via delle stelle di Hollywood. Tutti la conoscono, qui il problema è trovare parcheggio, e troviamo un parchimetro a circa 10 minuti di strada a piedi dalla via, purtroppo consente una sosta massima di 2 ore, pertanto dobbiamo fare un po' in fretta. Ci facciamo due vasche sulla via, vediamo stelle conosciute ed altre meno, qualche foto sulle orme dei più famosi, tra i quali non manca Star Wars, un'occhiata al  Chinese Theatre e e poi le due ore sono scadute ed è ora di andare. **
Decidiamo di andare a vedere la scritta Hollywood, ma l’impresa si rivela più difficile di quello che pensiamo… Alla fine, dopo aver sbagliato un po’ di strade arriviamo in un parco che sembra portare dove vogliamo, e questa volta non ci sbagliamo. Ci arrampichiamo un po’, sempre meno gente mentre saliamo e facciamo qualche foto. Siamo molto accaldati e decidiamo di andare a rinfrescarci prima di sera. Dopo la doccia decidiamo di andare a “toccare” l’oceano e magari di vedere il tramonto sullo stesso. Impostiamo il navigatore verso Venice Beach e partiamo, arriviamo per il tramonto ma purtroppo è nuvoloso. Abbiamo perso un po’ di tempo a trovare parcheggio, vista la quantità di auto e la difficile interpretazione dei cartelli, ma alla fine vediamo un’auto che se ne va e parcheggiamo al suo posto. Corriamo sulla spiaggia e passeggiamo una mezz'ora coi piedi nell'acqua  freschina! Ma finalmente posso dire di aver toccato tutti e tre gli oceani
Torniamo alla macchina e proviamo a guidare verso il famoso molo di Venice Beach, ma non so come mi trovo sull'autostrada  ci si mette un po’ ad uscire e tornare indietro, e vista la tarda ora e la stanchezza ci fermiamo vicino a dove siamo partiti e mangiamo in un bel localino spagnolo/caraibico. Soddisfatti e stanchi decidiamo di tornare in hotel a riposare, eravamo parecchio stanchi altrimenti saremmo andati ancora da Bubba Gump e poi a visitare il molo. Mi sa che bisognerà ritornare!
Mentre guido, a poche miglia dall'hotel vedo un qualcosa per un momento sul vetro, essendo stanco e poco sicuro di quello che ho visto attendo di arrivare all'hotel  Una volta parcheggiato esco e guardo il parabrezza: “Valeria, abbiamo preso una multa!”, controllo e l’abbiamo presa quando abbiamo parcheggiato la prima volta per andare a vedere l’oceano, a quanto pare c’era un cartello temporaneo di divieto di sosta per i non residenti, e quello che se n’era andato era probabilmente un residente… 64$, che fare? L’indomani si parte, per contestarla non si sa come fare e comunque la cazzata l’abbiamo fatta. Prendiamo e la paghiamo immediatamente visto che qui si possono pagare online con carta di credito. Noto che l’ora della contravvenzione risale a 7 minuti dopo in nostro parcheggio, davvero efficienti! A Valeria girano un po’, ma io non mi voglio rovinare la vacanza per una cosa del genere, impareremo dai nostri errori! Pagata la multa ci buttiamo a letto e pronti per nuove ed emozionanti avventure!

* Questa tappa l'ho imposta fin dall'inizio ad Andrea: Rancho La Brea, il famoso parco nel cuore di L.A. che conoscevo già da piccola nei documentari della BBC in cui sir David Attenborough si calava nelle pozze catramose alla ricerca di femori e zanne dei predatori di oltre 10 mila anni fa.
Sono un'appassionata di ossa di animali preistorici e quindi in ogni viaggio, assieme ai musei aeronautici, "pretendo" una tappa almeno in un museo di storia naturale, visto che i reperti che sono esposti qui negli States sono autentici e il fatto di vederli dal vivo per me è un'emozione enorme! 
Il museo George C. Page che sorge in questo parco ospita un'intero ecosistema americano di 10 mila anni fa...si trova tutto, dal polline fino all'enorme scheletro di Mammouth! Spero che abbia apprezzato anche Andrea, io per quello che posso cerco di fargli da guida quando entriamo in questo genere di musei! Lo consiglio vivamente e pazienza se si deve sopportare la puzza di catrame, vale la visita!

** Altro luogo di culto per la sottoscritta è l'Hollywood boulevard. Siamo nella mecca del cinema americano, oltre alle stelle luccicanti delle due file di marciapiedi del viale, i figuranti in abiti da Elvis, Michael Jackson, Jack Sparrow che chiedono soldi in cambio di foto, ci sono due luoghi mitici per i  cinefili di tutto il mondo! Il Kodak Theatre dove ogni anno si svolge la notte degli Oscar e il Mann's Chinese Theatre eretto nel 1927 per il film 'Il re dei re'  e successivamente sede nel 1977 dell'anteprima del mio amato 'Guerre Stellari'. Ovviamente non potevo mancare di fotografare le impronte di palmi e piedi dei miei idoli cinematografici!
Mi sono divertita molto qui a L.A., è un posto che ti fa sognare in grande ed ho apprezzato la scalata alla collina della Hollywood sign perché solo da lassù ti rendi conto della incredibile estensione della Città degli Angeli!


domenica 14 agosto 2011

Oceano Pacifico

La nostra prima domenica negli States, ci alziamo e prima di andare a fare check-out sperimentiamo il nuovo frigo. Lo riempio di bottigliette e poi lo ricopro di ghiaccio "rubato" al distributore dell'hotel. Lo mettiamo seduto dietro al posto di guida e lo cinturiamo, così è accessibile a chi non guida. Poi impacchettiamo tutto, buttiamo i borsoni nel capiente baule della Taurus e ce ne andiamo. Decidiamo di stare sull'oceano per colazione e visitare il paesino. Cerchiamo un posto auto e poi un Diner dove fare colazione. Pancake e succo d'arancia con una temperatura sui 20°C, perfetta per me, e l'oceano a due passi. Poi una passeggiata sul lungomare e li vediamo un mezzo zoo, in realtà è un centro di recupero per otarie ferite. Quelle che non possono essere messe in libertà vengono tenute qua. L'ingresso è di un paio di dollari e decidiamo di entrare, da fuori si sente il casino infernale che fanno le otarie. Una volta entrati siamo circondati dai bambini che danno in pasto alle orarie dei pezzi di pesce, venduti sempre dai gestori e vediamo che se vedono un bambino che ci mette un po' troppo lo "sgridano", sembra proprio che gli dicano "muoviti"! Picchiano le pinne sull'acqua o sul legno facendo un casino allucinante! Prendo un sacchetto e lo do a Valeria che si diverte come una matta a far saltare le otarie da un supporto all'altro! Dopo aver scattato un po' di foto passiamo alla parte successiva che contiene qualche altro pesce, proprio come gli acquari classici e poi ce ne usciamo soddisfatti e puzzolenti! Ci laviamo le mani e proseguiamo il nostro giro e dopo qualche piccolo acquisto decidiamo di incamminarci verso Los Angeles. Anche oggi sono circa tre ore di guida e sulla strada valutiamo che fare, ed alla fine decidiamo di andare a Long Beach per il tramonto. Lungo la strada, panoramica è dire poco, ci fermiamo a caso in una piazzola dove sembra non esserci nulla, in realtà facciamo un po' di foto di scorci veramente belli, attraversiamo una ferrovia a piedi ed andiamo a vedere un vecchio ponte. Prima di arrivare in zona Los Angeles sono costretto a fermarmi nuovamente per fare carburante, la piccola ha fatto un bel po' di strada! Siamo praticamente a LA e mi accorgo subito che guidare qui non è semplice, ci sono una marea di autostrade che attraversano LA ed un traffico infernale, trovo abbastanza difficile impostare Long Beach come destinazione, ma in un modo o in un altro ci arriviamo. Qui abbiamo qualche difficoltà trovare parcheggio, ma dopo un 20 minuti a girare riusciamo a trovarne uno, dobbiamo solo ricordarci dove tornare a prendere la macchina, ci appuntiamo mentalmente dei punti di riferimento ed andiamo sull'oceano!
Passeggiamo sull'oceano, vediamo dall'altra parte dello stretto la Queen Mary ed un faro, al quale facciamo belle foto durante il tramonto con gente che inizia a rientrare, gente che corre e che va di roller, inizia a diventare scuro il cielo e decidiamo di andare alla ricerca dell'hotel. Qui ci rendiamo conto che è una città davvero grande, il navigatore ci da più di 30 miglia percorse quasi interamente su autostrade! In circa tre quarti d'ora arriviamo al nostro hotel che è sul Sunset Boulevard, ma sicuramente non una zona prestigiosa, sembra un'area abbastanza decadente ma non pericolosa. Solito trasloco in camera, che ci ospiterà per due notti e poi doccino. Prima di andare a nanna esploriamo la zona in cerca di cibo ed alla fine puntiamo su Subway dove Valeria mi fa prendere una pizza. Consiglio? Non fatelo, è veramente oscena! Meglio Mc! Dopo aver mangiato facciamo due passi, in camera vediamo due cose su internet e poi si crolla.


sabato 13 agosto 2011

Sequoia NP

Oggi giornata particolare, prima lavanderia a gettone e primo rifornimento della Taurus con seguente primo cambio driver sulla stessa.
Appena alzati andiamo alla lavanderia a fare il nostro primo bucato, il posto dista poco più di 10 minuti dal nostro hotel, poco prima di arrivare vediamo una cosa che ci colpisce: vicino agli autolavaggi ci sono ragazzine in età da scuola superiore mezze svestite che attirano clienti. Mai vista una roba del genere... Arriviamo alla lavanderia e tiriamo giù i sacchi dello sporco. Cambiamo una decina di dollari in quarters, mezzo chilo di moneta più o meno! Carichiamo una lavatrice media, prendiamo il detersivo e raccogliamo pure dei consigli dai clienti. Prese tutte le dritte facciamo partire la lavatrice e ci rechiamo li vicino a fare colazione, classico Starbucks e rientriamo poco prima che finisca il lavaggio. Dividiamo le nostre cose in delicati e meno delicati e facciamo partire due asciugatrici a due temperature diverse. Finito stiviamo tutto in auto e ci dirigiamo verso il parco, ma poco fuori città scegliamo  di fare il pieno in quanto il serbatoio è ormai ad un quarto. Sfortunatamente il distributore non prende la nostra PostePay ed allora uso la mia carta. Fatto il pieno, in galloni sembra di fare poca benzina, sembra. Finalmente Valeria si mette alla guida e decide di non voler guidare nelle città e nel casino. Per il momento acconsento e mi siedo nel sedile di destra. Mille domande prima di partire, che non capisco molto visto che è un'auto normale, con un pedale in meno e da guidare su strade che sono larghissime e senza traffico, comunque guidate da gente tranquilla. Alla fine si decide e si riparte, Guida per circa un'ora e mezza, fino a poco prima di raggiungere il parco e poi vuole il cambio. Per strada vediamo una marea di posti che indicano vendita diretta di frutta e verdura, siamo tentati all'acquisto ma alla fine proseguiamo verso il parco senza soste.
Arriviamo al parco e facciamo parecchie soste in posti segnalati e non. Seguiamo il nostro istinto. Vogliamo sicuramente vedere i due colossi del parco, ovvero il Generale Sherman ed il Generale Grant, quest'ultimo sito nel Kings Canyon National Park, confinante col Sequoia. Una marea di foto, sguardi estasiati a guardare queste piante a dir poco colossali, e dalle foto non ci si rende conto delle dimensioni, sono troppo grosse. Anche dal vivo si stenta a credere. Qui riusciamo a vedere anche un orso dal vivo a poche decine di metri, mentre bruca l'erba in una folta vegetazione. Le foto non vengono bene, è troppo imboscato e c'è davvero tanta gente li davanti. Però siamo a dir poco contenti! Passiamo da un parco all'altro ed a posteriori devo dire che il percorso che ho pianificato poteva essere ottimizzato: arrivando dallo Yosemite saremmo dovuti entrare al Kings Canyon e poi passare al Sequoia per poi dirigerci verso la costa. entrando dal Sequoia ed uscendo dal Kings Canyon abbiamo buttato qualche ora di viaggio ed almeno un centinaio di chilometri. Purtroppo qui non avevamo ricevuto dritte, e forse le ricerche fatte non erano state molto accurate. Ma non è stato un grosso problema. Un piccolo errore dal quale imparare.
Giriamo e fotografiamo parecchio, rilassandoci e godendocela, anche se la temperatura è davvero alta, la macchina segnalava quasi 40°C, considerando la quota pare strano, ma per fortuna ci sono le sequoie a proteggerci dal sole ed una leggera brezza. Tra una pianta e l'altra e gli acquisti di souvenir di rito, si raggiunge l'ora della partenza con direzione West, la costa pacifica! La prima metà del viaggio verso Morro Bay la fa Valeria e la seconda io. Mentre passano le tre ore e mezza di guida e quasi al tramonto vediamo una cosa che abbiamo visto solo nei film, l'aereo che passa a spruzzare i campi di diserbante, e vista l'estensione degli stessi capiamo perché usano l'aereo!
Appena fa buio raggiungiamo il nostro hotel a Morro Bay, il migliore per rapporto qualità/prezzo nella zona di San Luis Obispo. Città consigliata dai miei colleghi per effettuare una sosta. Arriviamo e rimaniamo sconvolti: in montagna avevamo una temperatura di praticamente 40°C e qui leggo sul cruscotto 13°C e penso che sia un guasto del termometro, ma subito vengo smentito dall'apertura della porta: fa un freddo porco! Come ormai siamo abituati a fare spostiamo le nostre in casa dopo il check-in e ci rinfreschiamo. Mentre Valeria si rinfresca io spippolo su vari forum e blog di viaggiatori e scopro un consiglio che ci cambierà la qualità delle nostre vacanze, in meglio ovviamente. Questa coppia parla di come sia utile il frigo in polistirolo, comprato con pochi dollari ed ogni giorno riempito di ghiaccio preso nei vari hotel quando possibile. Esco un attimo dalla camera e vedo che effettivamente quello che io pensavo fosse un distributore di bibite senza bibite (non sapevo come definirlo altrimenti) era un distributore di ghiaccio. Si accende la lampadina e ne parlo con Valeria nel viaggio verso San Louis. In effetti abbiamo da affrontare la parte più calda della vacanza tra pochi giorni e sia io che lei odiamo le bevande calde, e sulla macchina sotto il sole le bevande diventano bollenti! Ci facciamo due vasche per le vie principali ed alla fine decidiamo di andare in un locale a tema sportivo. La città è piena di vita in quanto è sabato sera, ma sinceramente mi aspettavo più casino. Finito di mangiare facciamo un altro giro e prima di tornare in hotel facciamo un salto ad un 7Eleven per prendere due cose. Il bello qui è che ci sono supermercati aperti 24h al giorno! Non ricordo che dovevamo prendere, ma ricordo che mentre girovagavo per il piccolo negozio lo vedo li, il frigo di polistirolo! Peccato che non c'è il prezzo, ma chiedo al commesso e mi dice che sono circa 8$. Valeria è un po' scettica, ma me ne frego e lo prendo. Lo buttiamo nel baule e poi via verso l'oceano per il meritato riposo!


venerdì 12 agosto 2011

Yosemite NP

Ed anche oggi ci si sveglia prestino, ma non troppo, ci si inizia ad abituare al fuso... La colazione non era inclusa, come in quasi tutti gli hotel, ed anche dove è inclusa si ha ben poco da mangiare. Saltiamo sulla macchina e puntiamo verso il Parco Nazionale dello Yosemite che dista circa 2 ore dal nostro hotel. Più vicini non ne abbiamo trovati a cifre abbordabili, ma non è un viaggio spiacevole, si passa in mezzo a boschi e monti... Dopo non più di una mezz'ora ci fermiamo a fare colazione in un bel posticino, attratti dallo stile molto americano e dal Farmer's Market li dietro. Parcheggiamo e prendiamo un piatto di pancake a testa più succo d'arancia con "tap water". Grande errore, bastava ed avanza un piatto in due, entrambi non riusciamo a finire il piatto e dispiace vista la bontà! Sono dei dischi volanti squisiti! Poi Valeria va a prendere una libbra di ciliegie * ed io nel frattempo prendo qualche cazzata al negozietto vicino al Diner.
Si risale in macchina, ed attraverso bellissime strade giungiamo all'ingresso del parco e sfruttiamo il pass lasciatoci dai miei due colleghi e vediamo che non c'è nessun problema, ho apposto la mia firma dopo la loro (ci sono due spazi per le firme), mi chiedono il documento per verificare che sia io quello che ha firmato, il Ranger gentilmente ci porge le cartine del parco e ci augura un buon soggiorno. Seguiamo gli altri mezzi e ci fermiamo più o meno dove si fermano gli altri, fermarsi non è un problema in quanto la strada è larga come una nostra 4 corsie ma c'è solo un senso di marcia, in modo tale da permettere a tutti di parcheggiare ad entrambi i lati della strada e di passare anche con un mezzo americano (vale a dire grande!). Visitiamo la classica cascata "velo di sposa" e da lontano le Upper Falls. Ci muoviamo verso il cuore del parco, dove lasciamo l'auto e facciamo un giro al centro dei Rangers, dove lasciamo qualche dollaro di mancia, che si meritano realmente vedendo come viene tenuto il parco. Poi prendiamo una navetta del parco per andare a vedere l'Half Dome da vicino. Scegliamo di andare alla fermata del Mirror Lake Trail che porta al lago omonimo in qualche decina di minuti, consigliato per vedere al meglio la montagna. Qui mangiamo e facciamo qualche foto a fauna e paesaggi. Il tempo limitato non ci permette di fare più di tanto. Torniamo alla navetta e ci facciamo un altro giretto guidati dall'istinto. Altra bella passeggiata e poi è ora di tornare alla macchina per puntare al prossimo hotel a circa tre ore di distanza. C'è un po' di traffico all'inizio del viaggio, ma appena la strada si biforca, noi prendiamo la strada in direzione di Fresno ed il traffico cala vertiginosamente. La prima ora e mezza di guida è in un paesaggio fantastico, pieno di natura e scorci spettacolari. Mentre guido vedo anche, ahimè  un cadavere di un grosso serpente morto in mezzo alla strada. Raggiungiamo in fretta il nostro Hotel in Visalia e decidiamo di fare il nostro primo bucato, ma vista l'ora tarda siamo costretti ad aspettare il mattino seguente, nel frattempo imposto l'indirizzo che mi ha dato il gestore dell'hotel per poterlo raggiungere il giorno seguente. Andiamo a mangiare a qualche centinaio di metri dall'hotel a piedi. Sono stanco di guidare e faccio presente a Valeria che non ho intenzione di guidare per tutta la vacanza, lei non vuole guidare ma sa che gli accordi erano di dividersi i compiti e rimanda la discussione. Stremati e contenti dell'esperienza del primo parco ci mettiamo a dormire pronti a visitare il prossimo parco!

* Già, una libbra di ciliegie...Ma quanto cavolo è una "libbra"? Lasciato Andrea a girovagare per i negozietti vicini al diner io mi dirigo al vicino market con tutta la frutta organizzata sugli scaffali all'esterno, frutta che neanche al miglior supermercato delle nostre zone si è mai vista!
Memore delle squisite e giganti ciliegie gustate al farmer market di Frisco Pier 39, decido  di acquistarne un bel cestino. Costava solo 3.90$ per libbra, ed a occhio era grande quanto un'insalatiera! Visto che in America tutto è più grande...lo saranno anche le porzioni ho pensato!
Quindi prendo il cesto con la mia 'libbra' e giro all'interno per curiosare prima di dirigermi alla cassa.  Arrivo alla cassa e la signora, un po' paffuta e dalla risata fragorosa mi dice in un americano molto molto stretto qualcosa che afferro appena come un 9 dollari e centesimi vari...La guardo e le dico che deve esserci un errore, non ho visto bilance e quindi non ho pesato il tutto pensando che il cestino fosse una libbra già pre-pesata!
Lo so che qui usano il sistema imperiale e che fare le conversioni tra yarde, pollici, piedi e libbre non è semplice per noi, ma fortunatamente, avendo capito che sono una turista si scusa e scoppia a ridere ancora come una matta. Io intanto guardo le altre persone che attendono in fila e  vorrei scomparire data la mia faccia più rossa delle ciliegie per la figura che sto facendo! Comunque le chiedo se posso pesarle e quindi pagare solo per 1 pound. Le casse hanno la bilancia incorporata quindi prende un sacchetto e  centellinando ciliegia per ciliegia riesce a darmi la mia desiderata quota di ciliegie! Pago i miei 4$, mi scuso e questa che continua a ridere...Mah, che strana tipa! 
Da allora ho capito che la libbra equivale circa al nostro mezzochilo, ma che vergogna che ho provato in quel mini-market!


giovedì 11 agosto 2011

Golden Gate

Ed arriva il primo check-out della vacanza, oggi dobbiamo lasciare San Francisco, a malincuore per dirigerci verso lo Yosemite NP. Ci svegliamo, e prima di andare a fare colazione chiediamo fino a quando possiamo lasciare l'auto, e visto che non ci fanno alcuna pressione decidiamo di sgombrare la stanza e caricare tutto sull'auto e fare check-out, avvisando che avremmo liberato il posto auto attorno a mezzogiorno. Decidiamo di girare un po' il centro, seguendo la guida. Poco distante c'è una caserma dei vigili del fuoco, e ci fermiamo a fare alcune foto. Vedendoci, i Vigili del fuoco si avvicinano e scambiano quattro parole. Non capisco come fanno ad essere tutti affascinati quando si dice che arriviamo dall'Italia, e bene o male c'è sempre qualcuno che ha origini nel vecchio stivale. Dopo quattro chiacchiere ci fanno fare un po' di foto anche dentro e ci fanno salire su un loro mezzo ed indossare il cappello! Veramente simpatici, e nel frattempo passa un'altra coppia di turisti che approfitta della situazione e si mette a fare la stessa cosa. Come mi era stato detto dal mitico Giamba, sono davvero cordiali e disponibili qui!
Proseguiamo, altra colazione che non ricordo bene dove, e giriamo per le vie del centro per tutta la mattina. Vedendo un bel po' di edifici e piazze. Prima di mezzogiorno andiamo a recuperare la nostra Taurus e ci dirigiamo verso il simbolo della città: il Golden Gate. Impostiamo un punto li vicino, senza passare sulla strada che lo attraversa. Sia perché è a pagamento sia perché in macchina non ci si potrebbe fermare ad ammirarlo ed a fare foto. In poco tempo riesco a portare la macchina abbastanza vicino e riesco a trovare pure un parcheggio non a pagamento, una bella botta di culo! Camminiamo tra i 5 ed i 10 minuti ed eccolo li! E' davvero bello da vedere! Foto a nastro, leggiamo i vari cartelli che ne spiegano la struttura e danno informazioni sulla costruzione. Il tempo è come al solito nebbioso/nuvoloso. E' il tempo classico del ponte, qui si scontrano le masse d'aria e si crea quest'effetto, rendendo difficile fotografarlo. Vedi il ponte, prendi la macchina fotografica ed è già immerso dalle nebbie, e come hanno coperto il pilone lo liberano! Qui apprezziamo al meglio il consiglio dei miei colleghi: "portatevi una giacca che vi protegga dal vento!", pure ad agosto! Il vendo c'è e se si copre fa freschino, pertanto la giacca bisogna sempre averla a Frisco, il tempo cambia in un attimo. Attraversiamo tutto il ponte, leggiamo i vari cartelli per suicidi, pare che ce ne siano un bel po'... Tante foto, tanta gente e raggiungiamo la Marin County, la contea di George Lucas. E non chiedete a Valeria chi è, potrebbe fulminarvi!
Torniamo indietro e decidiamo di fare un salto al Golden Gate Park, dove pranziamo con un Hot Dog, giriamo un po' il parco ma il tempo sembra peggiorare. Valutiamo se entrare nel museo presente nel parco, ma poi visto il tempo che abbiamo, decidiamo di fare un giretto per il parco e poi metterci in viaggio verso il nostro secondo hotel, facendo una sosta tattica al WalMart lungo la strada. Bello il parco, ma dopo non molto inizia a gocciolare e decidiamo di partire, lasciamo la città di San Francisco attraverso il Bay Bridge e dopo qualche decina di miglia andiamo a fare spesa. Ragazzi quanto è grande! Prendiamo un po' di roba da spizzicare nei viaggi in macchina e da bere, oltre ovviamente a prodotti per lavarci e deodorarci. Dopo un'oretta a girare come dei bambini, usciamo e riprendiamo a guidare verso Jamestown. Ci godiamo il tramonto dalla macchina ed arriviamo li appena dopo il tramonto. Facciamo un attimo fatica a trovare l'hotel, visto che il nome non combaciava perfettamente, ma visto che il paese è formato da due strade decidiamo che deve essere quello che abbiamo visto. Entriamo e facciamo Check-in, anche qui sono molto gentili e ci danno la chiave. Saliamo e la stanza è un po' strana, a me viene da definirla una bomboniera... Doccino, relax 10 minuti e poi andiamo a cercare un posto dove mangiare. Il paese è piccolo e di posto ne vediamo uno solo.
Entriamo nel ristorante e ci guardano in maniera un po' strana, poi capiamo che le 21.30 sono un po' tardi li, come in tutti i piccoli centri americani! Ci dicono che non ci possono dare molto, scusandosi. Diciamo che non è un problema e ci scusiamo dell'ora e ci giustifichiamo dicendo che siamo appena arrivati nel paese. Ci fanno accomodare ed arriva il gestore, un signore gentilissimo ma con un po' di balbuzie che aumentava a causa del disagio che sicuramente aveva per il fatto di aver la cucina quasi chiusa e del fatto che noi facevamo fatica a capire non solo per la balbuzie ma per l'accento un po' strano della zona. Situazione che vista da fuori farebbe un po' ridere, ma al momento mi sentivo veramente dispiaciuto vedendo il tizio che si sentiva un po' a disagio. Alla fine ci portano qualcosa da mangiare, ci eravamo capiti male ma ci va bene comunque, e devo dire che non abbiamo mangiato male. Cerchiamo di mangiare in fretta per togliere in fretta il disturbo visto ormai che era quasi deserto il locale. Paghiamo e facciamo due passi, ma erano veramente due! avremo fatto si e no 400 metri da un capo all'altro del paese, e decidiamo di andare a riposare visto che non c'era altro da fare. Il sonno c'è e si va giù secchi anche se il materasso non è il top per me, un po' troppo morbido!


mercoledì 10 agosto 2011

Alcatraz!

Ci si sveglia presto, ma considerando le ore di fuso è andata anche bene. La giornata sembra bella e decidiamo di fare due passi prima di andare ad Alcatraz. Andiamo alla ricerca di uno dei simboli del consumismo americano, ovvero Starbucks. Viaggiamo a zig-zag e ne troviamo uno, ci prendiamo due tazze medie io cioccolata in quanto non sopporto il caffè e Valeria cafèlatti, come dicono loro. Da qui inizia la leggenda di Valhalla: ovviamente ti chiedono il nome ed io dico ovviamente Andrew, Andrea li avrebbe messi in difficoltà visto che da loro è solo per le ragazze. Valeria vuole fare l'ordine da sola e la lascio fare, ridendo come un matto (sotto i baffi, altrimenti mi avrebbe ucciso) perché chiedono mille volte il nome e non capiscono ed alla fine quando le riconsegnano la tazza si vede che sopra non c'è Valeria bensì Valhalla!
Ormai manca un'oretta alla nostra prenotazione per l'isola di Alcatraz, pertanto andiamo al Pier 33 e vediamo che è stata un'ottima cosa quella di prenotare 2 mesi prima. Coda lunga di gente che non ha prenotato, e pochi posti disponibili in tutta la giornata, tutto è stato prenotato prima via web. Andiamo alla nostra fila e prendiamo in 5 minuti i biglietti per la prima corsa, nel frattempo ci accorgiamo che nell'altra coda ci sono molti italiani che non avevano nemmeno idea che si potesse prenotare prima, lamentandosi dell'agenzia ed altro. È per questo che non mi piace farmi trovare la vacanza confezionata da altri, mi cerco tutto io e vedo prima quello che desidero visitare e prendo informazioni, vuoi sulla guida, vuoi sui forum o da persone che ci sono andate prima di me. Faticoso si, ma ti fai il viaggio come vuoi tu!
Arriva l'ora di imbarcarci e salpiamo. Durante il viaggio ascoltiamo le istruzioni di sicurezza sulla nave e sull'isola riceviamo un ulteriore briefing. Dopo ciò saliamo verso la struttura e prendiamo l'audio-guida e seguiamo un percorso consigliato. Personalmente mi è piaciuta molto quest'isola e la storia che ha. Ce la giriamo in lungo ed in largo, scopriamo anche che è anche un santuario per uccelli e facciamo due chiacchiere con un Ranger che ci spiega qualcosa dell'isola. Torniamo indietro con la nave di mezzogiorno e ci dirigiamo verso il Pier 39. Fantastico, un bellissimo mercatino all'apero, tante otarie casiniste, il mitico mago Zoltar e per la gioia di Valeria Bubba Gump. Ovviamente mangiamo li e commettiamo un errore madornale che avavamo fatto anche la sera prima, ma essendo un po' fusi non abbiamo fatto tesoro dell'esperienza. Ordiniamo acqua gasata... Nulla di male direte voi, ma non li! Vi arriva con due bottigliette da 20cl di San Pellegrino alla modica cifra di 6$ l'una se non ricordo male. Visto che 20cl non mi sarebbero mai bastati lascio la mia a Valeria e mi ordino una bibita media per un paio di dollari. Facendo ricerche poi scopriamo che è più opportuno chiedere "tap water". A parte la mazzata sull'acqua il posto è davvero bello, se avete visto il film Forres Gump ve lo ricorderà dal menù all'arredamento. Ci prendiamo due piatti che ci convincono e che poco dopo ci saziano. Le cifre non sono troppo alte (togliendo l'acqua gasata) e lasciamo la mancia come da usi locali.
Proseguiamo il giro del Pier 39 con più attenzione ora che siamo sazi, facciamo anche un giro al Farmer's Market e prendiamo delle ciliegie che sono una cosa spettacolare: grandi e dolcissime! e la libbra scompare in men che non si dica!
Proseguiamo il giro verso Fisherman's Wharf, passiamo a vedere i Cable Car che vengono girati ancora a mano, ma non ci saliamo vista la coda. Dopo scopriremo che si possono prendere anche in altre fermate senza quella ressa. Giriamo per la città a piedi, andiamo sul lungo-baia verso il Golden Gate (che visiteremo il giorno dopo) ed andiamo a Lombard Street, delle pendenze da far paura su quella strada! Facciamo un po' di foto, ci dirigiamo verso l'edificio più famoso della città, il Transamerica Pyramid e poi stanchi morti mangiamo un boccone e poi andiamo di nuovo a dormire visto che ormai si è fatta sera ed abbiamo fatto parecchi chilometri a piedi. Giornata lunga ma la stanchezza quasi non si sente vista la meraviglia di città in cui siamo!

martedì 9 agosto 2011

California!

Finalmente il sogno comincia!


Ecco che iniziamo a perdere quota, siamo sopra la California e dal finestrino vediamo la città di San Francisco senza vedere però Alcatraz e Golden Gate in quanto coperti dalle nuvole. E nel giro di poco atterriamo. Purtroppo Valeria risente un po’ del volo e deve andare a rinfrescarsi un attimo in bagno. Con la fortuna che abbiamo nel frattempo arrivano anche due 747 da Giappone e Cina e ci troviamo davanti una marea di persone, tant'è che ci vengono a chiamare quelli dell’immigrazione per passare avanti. Molto probabilmente erano rimasti pochi bagagli dal volo da Francoforte. L'immigration scorre veloce: l’agente molto cortese, l‘accento non troppo marcato. Ci fa le classiche domande di rito, ci chiede che facciamo, se siamo in viaggio di nozze, cosa vedremo. Ci fa i complimenti per il giro e ci fa passare avanti. Prendiamo i bagagli, senza far fatica a trovarli visto che erano rimasti pochissimi pezzi da quel volo. Consegniamo la carta alla dogana e senza altri controlli ci dirigiamo sul suolo statunitense e verso la compagnia di autonoleggio.
I Car Rental sono un po' fuori, ma c'è una specie di metrò che ci porta li, poche persone davanti e tocca a noi. L'addetto è molto gentile e ci chiede i documenti. Qualche battuta, cerca di appiopparci una Mustang cabrio, con un bel sovrapprezzo ma decliniamo e diciamo che a noi va benissimo la nostra Dodge Charger. A questo punto ci dice che c'è un po' di casino e che la nostra macchina arriverà a breve, e che ci richiamerà lui. La stanchezza è parecchia, sono quasi le 14 locali e noi ci siamo alzati presto 9 fusi prima...
Finalmente ci chiama dopo quasi un'ora, immagino che il numero di auto che passano di li è davvero alto! Ci da i documenti e ci dice dove andare. Prendiamo l'ascensore e raggiungiamo il parcheggio, andiamo al gabbiotto della Dollar ed attendiamo mentre la tizia sbriga le pratiche. Intanto fantastichiamo su quale potrebbe essere, normalmente ti danno sempre un'auto diversa e spesso di categoria superiore! Siamo vicini alla Mustang ma dubitiamo fortemente che ci diano quella. Avute le chiavi ed indicazioni cerchiamo la macchina, ed al parcheggio la triste scoperta: è un cesso di macchina! Lo shock è tale che per sbaglio faccio partire l'allarme e non riesco a spegnerlo per una decina di secondi almeno! Avete presente la giardinetta classica degli anziani nei film americani? Ecco, lei! Bella marrone. La guardiamo, tristi, ma dopo qualche minuto senza nemmeno mettere in moto dico a Valeria che io due settimane su quella cacchio di macchina non le voglio fare. Torno dalla tizia del parcheggio e dico che l'auto non mi va bene, ho chiesto la Charger e mi danno quel coso. Lei sostiene che è di una categoria superiore alla mia prenotazione, ma io resto fermo sulla mia posizione e dico che se c'è da aspettare due ore aspetto che torni una macchina come l'ho ordinata io. Un po' scocciata fa qualche chiamata ed alla fine mi consegna le chiavi della Ford Taurus che ci accompagnerà durante il viaggio. Decisamente meglio!
Carichiamo le nostre cose, attacchiamo il TomTom ed impostiamo il WalMart che avevo cercato da casa, in modo da fare qualche acquisto come shampoo e bagno schiuma etc, che non ci siamo portati per non appesantire troppo il bagaglio. Indicazione perfetta, non fosse che non mi ero accorto che non era un WalMart ma solo gli uffici WalMart! Ormai esausti decidiamo di andare al nostro primo hotel, in zona Chinatown.
Arriviamo all'hotel che avevamo scelto per costo, posto auto gratuito, connessione wi-fi e posizione. Gestito da orientali gentili che con le chiavi mi consegnano anche i pacchi che mi ero fatto mandare, contenenti un po' di acquisti fatti su Amazon US. Camera decente, bella è dire troppo ma ha tutto l'essenziale. Portiamo tutti i bagagli in camera e ci facciamo una doccia e vista l'ora trascino Valeria fuori. E' distrutta per il volo ed il fuso, ma per combattere quel fuso dobbiamo andare a dormire ad un'ora serale cercando di ignorare il fuso. Usciamo a piedi ed iniziamo a girare un po', dirigendoci prima a Union Square attraverso Chinatown e poi verso la baia.
Ci facciamo una passeggiata quasi dal Bay Bridge al molo di partenza dei traghetti per Alcatraz, prima tappa del giorno successivo. Si sono fatte ormai le 19 e decidiamo di mangiucchiare qualcosa. Troviamo un classico Diner sulla via del ritorno e ci fermiamo. Molto gentili, prezzi onesti e mangiare abbastanza buono. Dopo la cena ce ne torniamo all'hotel e crolliamo finalmente addormentati!

Ecco, San Francisco non è che l'avessi presa in grandissima considerazione prima di questo viaggio, compare in molti films-telefilms, è sede di multinazionali della famosa Silicon Valley,  ha il Golden Gate bridge come icona, ma non so perchè non ne ero attratta emotivamente.
Posso dire che dal preciso momento in cui ho messo piede sul suolo di questa fantastica città ne sono rimasta abbagliata, già dai primi passi lungo la 'The Embarcadero' ho capito che c'era qualcosa di unico e nell'aria c'era un'atmosfera diversa! Cosa mi è rimasto di più nel cuore di questa metropoli a misura d'uomo?
Vediamo....hanno i cartelli per gli skateboarders, la città è costituita da ripide salite/discese che non so come facciano ad affrontare i veicoli e le cablecar; ci sono giganteschi gabbiani e pellicani che riempiono la Bay area, nella zona di Pier 39 ci sono negozi che vendono ogni tipo di caramella esistente sul pianeta.  Hanno negozi di memorabilia e cimeli dei grandi film degli anni '50-'90.  Insomma, un paradiso per una fan del genere (io) che non mi sarei aspettata.
I quartieri che abbiamo visitato non sono molti, manca la parte a nordovest dove si estende il Presidio militare, il Goldengate park  ed il quartiere di Haight-Ashbury con le case in stile Vittoriano che compaiono sovente in qualche film! Col senno di poi dico che 3 giorni per apprezzare la città sono davvero pochi, ma ho giurato ad Andrea che ci torneremo, quindi...



Sogno americano, arriviamo!

3, 2, 1, Via!

La sveglia è indecente, col volo alle 6.45 voglio essere in aeroporto alle 4.45 per avere tutto tranquillo in caso di imprevisti, la sveglia prima delle 4 non piace a Valeria, neppure a me ma a volte per lavoro mi capita…
Nel mentre che io mangio qualcosa (si, appena mi sveglio devo mangiare, anche alle 3.45) Valeria assonnata scopre che lo sciopero è stato revocato. La cosa ci rende parecchio felici ma soprattutto tranquilli! Stacco il gas dopo la doccia, controllo di non aver dimenticato nulla convinto che qualcosa avrò lasciato sicuramente a casa, ultimo check dei documenti e soldi e si carica l’auto. Lascio l’auto nel parcheggio aeroportuale ed aspetto la navetta che non passa sovente a quell'ora, ma arriviamo al T1 nei tempi previsti. Spediamo le valigie che rivedremo sul Pacifico, facciamo i controlli di sicurezza ed attendiamo l’imbarco del nostro volo. L’emozione è palpabile nell'aria.
Il primo volo del giorno scorre senza problemi o ritardi, atterriamo in Germania e vediamo un aeroporto ben diverso di quello che abbiamo lasciato un’ora e mezza prima. Aerei mastodontici, traffico spaventoso.
Scesi dall'aereo abbiamo un’ora e mezza prima del volo che ci porterà a destinazione, più che sufficienti per fare il controllo passaporti ed un controllo ulteriore necessario per chi vola verso gli States. Ovviamente abbiamo tutto in regola ed i controlli durano solo pochi minuti in totale.
Arriviamo al gate ed attraverso la vetrata vediamo l’aereo passeggeri più grande al mondo: l'Airbus A380-800 sul quale ci imbarcheremo a breve: Mastodontico! L’imbarco avviene in 25/30 minuti, sono strabiliato dall'efficienza tedesca. Il volo inizia sulle vie di rullaggio, guardiamo fuori ed a me sembra impressionante che un bestione del genere a breve prenderà il volo. Seguiamo il rullaggio attraverso le telecamere sulla coda e sotto il muso. Seguo un po’ meno le indicazioni di sicurezza dei colleghi tedeschi, so che non si deve fare ma faccio quel lavoro ed ho già adocchiato le uscite di emergenza più vicine e tutto il resto lo conosco molto bene!
Arriviamo in pista ed i piloti danno manetta, impressionante l’inerzia ed il poco rumore che si sente! Comunque i quattro potentissimi motori fanno il loro lavoro e ci portano in quota molto velocemente.  Sono stupito dell’assenza di vibrazioni e dal poco rumore dei motori, ed ora non resta che far passare in un modo o in un altro le oltre 11 ore di volo che ci separano dalla destinazione. Lavoro sugli aerei ma non amo molto volare da passeggero: non ho nulla da fare e mi annoio ed ho la sfortuna di non essere in grado di dormire a bordo. Nonostante questo le ore passano mangiando, guardando film, leggendo, giocando con l’iPhone e rompendo le palle a Valeria.

lunedì 8 agosto 2011

Pronti a partire

24 ore alla partenza!

Siamo arrivati alla vigilia della partenza e tutto sembra essere pronto:
  • Volo: prenotato grazie ad Expedia e pagato a febbraio;

  • Auto: prenotata grazie ad eNoleggioauto e saldata a giugno;

  • Assicurazione medica: fatta grazie a Columbus Direct;

  • Dollari: cambiati in posta (conviene) all'aeroporto di Malpensa alcuni giorni fa;

  • Valigie: cariche e pronte;

  • Genitori: salutati;

  • Bestie varie: affidate alle cure dei parenti;

  • Documenti: Controllati e fatte copie digitali e non;

  • ESTA: fatto senza problemi;

  • Patente internazionale: fatta per entrambi con calma alla motorizzazione di Varese un paio di mesi fa.
Ormai è ora di partire, ed i timori lasciano spazio all'eccitazione del viaggio imminente.

Una piccola nuvola offusca la bellissima giornata di sole: sciopero del personale Lufthansa previsto per il giorno successivo! Corro in aeroporto per chiedere informazioni ma il personale li presente non mi sa dare nessun tipo di informazione certa, purtroppo non sono dipendenti LH e non hanno ricevuto dalla compagnia ancora nessun tipo di informazione al momento. Mi consigliano di stampare le carte d’imbarco a casa e di arrivare presto per perdere meno tempo possibile.

Vado a prendere Valeria e dormiamo da me, io abito a due passi dall'aeroporto ed il decollo dovrebbe essere alle 6.45: la sveglia sarà presto e non voglio perdere tre quarti d’ora di sonno tra andata e ritorno, la giornata sarà bella lunga senza metterci un carico ulteriore.